Bruxelles – Con la chiusura della procedura di infrazione per la mancata raccolta delle impronte digitali dei migranti che sbarcano sulle nostre coste, e di altri 4 fascicoli, il numero totale delle infrazioni della Commissione europea contro l’Italia è sceso a 70, facendo segnare un nuovo record positivo. Queste cifre “che testimoniano una riduzione vertiginosa negli ultimi tre anni”, sono “frutto del costante lavoro del Governo Renzi in Europa su un tema critico per i costi sostenuti dal Paese, per la sua credibilità e per la sua capacità attrattiva in termini di investimenti”, ha esultato il sottosegretario agli Affari europei Sandro Gozi.
Il nostro Paese negli ultimi 3 anni è riuscito a portare il numero delle infrazioni da 103 a 70, eliminandone in media, tra le nuove aperte e quelle chiuse, 11 infrazioni l’anno. Il ritmo corrisponde a circa 20 aperte e 30 chiuse ogni 12 mesi. La percentuale di discesa del numero di infrazioni dal 2013 al 2016 è la più alta dell’intera Unione, anche se l’Italia nel 2013 era la pecora nera con 104 procedimenti aperti. La Francia però è rimasta costantemente intorno alle 77 infrazioni, e la Germania addirittura è passata dalle 63 del 2013 alle 91 dell’anno in corso.
“Il percorso intrapreso, indicato dal presidente del Consiglio tra le sue maggiori priorità, e frutto di un buon lavoro di squadra e di coordinamento interministeriale e della fondamentale cooperazione con Camera e Senato, ci ha permesso di ottenere risultati storici”, ha spiegato Gozi. E il merito è anche della Rappresentanza permanente dell’Itala nell’Ue. L’ambasciata del nostro Paese ha lavorato a stretto contatto con le autorità nazionali e locali da una parte, e con la Commissione dall’altra, per velocizzare quelle pratiche che potevano essere sbloccate grazie a un lavoro di concerto. Addirittura è stato prodotto un documento per spiegare alle autorità locali italiane come rispondere in maniera efficace alle richieste di chiarimento dell’esecutivo comunitario, per facilitare la comunicazione e quindi di conseguenza il buon esito delle trattative.
Nonostante questi risultati sicuramente positivi in Italia ogni anno vanno in fumo 300 milioni di euro l’anno per le infrazioni che sono arrivate ad essere condannate con una multa da parte della Corte, multe che andranno avanti finché il problema non verrà sanato, come la questione dei rifiuti in Campania e la presenza di discariche abusive in tutto il Paese. Per i 133 siti non messi a norma l’Italia è costretta a sborsare 200mila euro ogni sei mesi per ogni discarica che contiene rifiuti normale e 400mila per quelle con rifiuti pericolosi.