Bruxelles – La società spagnola Inditex, che possiede tra gli altri il marchio della catena dei negozi di abbigliamento “Zara”, avrebbe evaso 585 milioni di euro di tasse tra il 2011 e il 2014. La denuncia arriva dal gruppo dei Verdi al Parlamento europeo che ha commissionato uno studio da cui è emerso che la società avrebbe utilizzato aggressive tecniche di evasione, principalmente in Olanda, Irlanda e Svizzera, dove l’imposizione fiscale è più bassa.
L’accusa è di aver adottato la tecnica del “tax shopping”, ovvero scegliere il paese in cui pagare le tasse, spostando sedi in base alla convenienza economica, una scelta che però non sempre corrisponde ai reali assetti societari. I Verdi denunciano in una nota che esistono “esempi di filiali irlandesi della società spagnola Inditex che hanno dichiarato milioni di euro di fatturato senza avere nessun lavoratore o senza aver mai pagato le tasse sulle imprese”.
Questo comportamento avrebbe causato una perdita per mancati introiti tra il 2011 e il 2014 di circa 218 milioni di euro alla Spagna, 25 alla Germania, 57 all’Italia, 76 alla Francia, 20 alla Grecia, 22 al Regno Unito, 18 al Belgio e 6 all’Austria.
I Greens spiegano che le grandi aziende riescono ad evadere le tasse, pagandole nei paesi in cui la legislazione fiscale è più conveniente, avendo “filiali per la vendita al dettaglio che hanno margini di profitto molto bassi come il 5% e altre aziende della stessa società Inditex specializzate in settori finanziari o nell’e-commerce che invece hanno profitti più alti tra il 20 e il 70%”. Queste ultime, scrivono i Verdi, “curiosamente si trovano nei Paesi in cui c’è una legislazione fiscale molto favorevole”.
Dopo altri due rapporti che il gruppo dei Greens avevano presentato sull’evasione fiscale di altri importanti gruppi come Ikea and Basf, questa volta è toccato a Zara che, secondo Ernest Maragall del gruppo dei Verdi, “ha fatto tax shopping, qualcosa che purtroppo sembra essere particolarmente di moda in Europa tra le multinazionali”.
Il report presentato dai Greens non solo denuncia, ma propone alcuni azioni concrete per la lotta all’evasione fiscale delle imprese come l’introduzione di: un rapporto pubblico obbligatorio sulla situazione dei principali dati finanziari Paese per Paese, una basa imponibile consolidata comune, una tassa minima sui guadagni delle società nell’Unione europea.