Bruxelles – Almeno 140 mila sigarette contraffatte, una serie di arresti, la scoperta di magazzini illegali in Cina e lo smantellamento di una rete criminale coinvolta nel traffico della merce falsa che dalla Cina raggiungeva l’Europa. Sono solo alcuni dei risultati ottenuti con l’operazione di lotta alla contraffazione conclusa dall’Olaf, l’Ufficio europeo anti-frode e dall’Agenzia doganale belga sul flusso di import export europeo, che ogni anno rappresenta il 15% del commercio mondiale. La collaborazione tra le due organizzazioni non è nuova, ma “abbiamo fatto recentemente grosse indagini in particolare sull’importazione di caffè e di shampoo contraffatti, quest’ultima ha coinvolto anche l’Italia”, ha spiegato il direttore generale dell’Olaf, Giovanni Kessler. Questo ha illustrato i risultati della cooperazione insieme a Kristian Vanderwaeren, direttore dell’Agenzia delle dogane belga, la quale controlla la più grande porta d’ingresso per la merce in Europa che è il porto di Anversa.
La contraffazione non riguarda solo merci classiche come sigarette e vestiti, dove l’Italia è più presente, ma anche prodotti considerati innovativi come il biodiesel che, come emerge dalle indagini, dall’India raggiungeva il Belgio. In realtà, veniva prodotto negli Stati Uniti, immagazzinato in India e poi venduto in Europa come biodiesel indiano. Su questo fronte le autorità antifrode hanno scoperto un’evasione dei dazi antidumping sul biodiesel pari a quasi 22 milioni di euro.
Quella che invece resta “una sempre verde” è la classica produzione delle sigarette false. “Le sigarette di contrabbando entrano nell’Ue, perché le imposizioni fiscali su di esse sono talmente elevate che le rendono una tentazione molto alta per produttori senza scrupoli”, ha spiegato il direttore dell’Olaf, “Le sigarette sono una costante che causa 10 miliardi di euro all’anno di mancate tasse all’Ue e anche problemi potenziali per la salute dei consumatori”.
Oggi le sigarette contraffatte provengono principalmente dai paesi dell’Europa dell’Est, come nella regione del Donbass in Ucraina, o in Bielorussia, mentre dalla Turchia arrivano i profumi falsi, che sono particolarmente pericolosi per la salute dei consumatori, ma anche perché i proventi della frode finanziano reti criminali e terroristiche.
Per lottare contro mercati della contraffazione sempre più internazionali la ricetta delle collaborazione tra organizzazioni anti-frode è necessaria, ma è ancora più importante l’azione europea. Secondo Kessler, “siamo riusciti ad arrivare alla fonte e a coinvolgere le autorità cinesi, perché abbiamo agito come Unione europea. È chiaro che è diverso rivolgersi ai cinesi in maniera frammentata come Stati membri oppure come Ue.
Oggi l’Europa a livello investigativo è abbastanza unita, “mentre su quello dell’azione di repressione siamo ancora lontani da una dimensione giudiziaria”, ha commentato Kessler, “La polizia e la giustizia restano ancora oggi nazionali”.