Bruxelles – Gli undici giudici di più alto rango del Regno Unito sono in udienza per decidere se è il Parlamento o è il governo ad avere il potere di innescare la Brexit attivando l’articolo 50 del Trattato di Lisbona.
L’udienza, iniziata ieri, durerà quattro giorni, ed è trasmessa in diretta streaming, e la sentenza non è attesa prima di gennaio.
Il clima è pesante, in particolare dopo che gran parte della stampa popolare definì “traditori ” o “nemici del popolo” i giudici dell’Alta corte che in novembre, con una prima sentenza sul tema poi appellata dal governo, decisero che il potere di attuare le procedure di divorzio del Regno Unito dall’Unione europea potevano essere attivate dal Parlamento e non dal governo. Gina Miller, la donna che avviò il processo con il ricorso alla magistratura, ha addirittura ricevuto minacce di morte.
Le emozioni sono forti. UKIP ha accusato quelli dietro la pretesa di essere “federalisti arroganti” intento a bloccare Brexit, il Daily Mail ha bollato i giudici dell’alta corte che hanno trovato contro il governo al primo turno come “nemici del popolo” e dei singoli sfidanti – come Gina Miller – hanno ricevuto minacce di morte. Nigel Farage, leader storico del partito indipendentista Ukip, ha minacciato una marcia contro i giudici se decideranno ancora a favore del potere parlamentare. In questi quattro giorni sfileranno in audizione davanti agli undici “justices”, come vengono chiamati i membri della Coirte Suprema, i migliori legali del regno, con rappresentanti inviati da tutti i governi: Scozia, Galles, Irlanda del Nord.
Il primo a parlare è stato Jeremy Wright, deputato e legale del governo, il quale ha sostenuto che le “prerogative reali” sono parte essenziale della Costituzione non scritta del regno, e che dunque possono essere legittimamente utilizzate per attivare l’articolo 50 del Trattato di Lisbona per avviare la Brexit.