Bruxelles – Certo il risultato del referendum e le dimissioni di Matteo Renzi non sono buone notizie a Bruxelles, ma l’Italia saprà gestire la situazione e non aprirà nessuna crisi nell’Eurozona. Invitano soprattutto a mantenere la calma i rappresentanti europei nelle ore dell’apertura della crisi di governo in Italia. “Ho fiducia che le autorità italiane sapranno gestire questa situazione che riguarda un Paese solido e in cui abbiamo fiducia”, commenta il commissario europeo agli Affari economici, Pierre Moscovici che comunque ammette: “Siamo stati tutti toccati dal risultato del referendum” che ha portato alle dimissioni un governo che “ha lavorato per anni su riforme economiche, sociali e politiche potenti di cui l’Italia aveva bisogno”. Stessa linea della commissaria al Lavoro, Marianne Thyssen, che si dice “fiduciosa sulle risposte che il sistema politico italiano saprà dare”. Insomma, per la Commissione l’Italia non diventerà causa di instabilità.
Quello che sta accadendo è la conseguenza di un “processo democratico” e “non cambia la situazione economica in Italia o la situazione delle banche italiane”, invita alla calma anche il presidente delle Europgruppo Jeroen Dijsselbloem, secondo cui “i problemi da affrontare oggi sono gli stessi di ieri”. L’Italia, sottolinea Dijsselbloem, “è un’economia forte, una delle più grandi dell’Eurozona, e un Paese con forti istituzioni” che si dimostreranno in grado di prendere “decisioni forti”.
“Penso che dovremmo stare calmi i processi democratici sono così”, ripete anche il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, che chiarisce: “Non siamo di fronte a una Euro-crisi”. Per Schaeuble, che fa sapere di avere parlato al telefono con il ministro Pier Carlo Padoan che oggi ha deciso di non partecipare all’Eurogruppo a Bruxelles, “c’è una reazione calma dei mercati e ora vedremo come andrà in Italia”. Certo la situazione nel Paese “non è facile, l’Italia ha urgentemente bisogno di un governo” che “deve continuare sul cammino economico e politico degli ultimi anni”, e “le persone responsabili lo sanno”, continua il ministro delle Finanze di Merkel. Da Berlino il ministro degli Esteri, Frank-Walter Steinmeier intanto non nasconde la preoccupazione: il risultato “non è certamente un contributo positivo in uno dei momenti più difficili per l’Europa”, ammette il capo della diplomazia tedesca.
Il ministro dell’Economia francese, Michel Sapin, tiene a sottolineare che il problema è strettamente italiano: “Il referendum era una questione di politica interna, non riguardava l’Europa o il posto dell’Italia in Europa”, ha ricordato arrivando a Bruxelles. Per il francese, “gli italiani sono ancora in favore dell’Unione europea” e “non c’è un rischio sistematico per l’euro”.