Bruxelles – Un sistema comune europeo per registrare i migranti in arrivo, procedure semplificate per accelerare il trattamento delle domande di asilo e quote per redistribuirli equamente tra gli Stati membri. Da qui, secondo l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, bisognerebbe partire per riformare profondamente il sistema europeo per la gestione dell’immigrazione. La ricetta, contenuta nel paper “Better Protecting Refugees in the EU and Globally” (Proteggere meglio i rifugiati nell’Ue e globalmente), è stata portata a Bruxelles dall’alto commissario dell’Unhcr Filippo Grandi che ha incontrato il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker.
La proposta avanzata dalle Nazioni Unite ricalca a grandi linee quella avanzata a maggio scorso dall’esecutivo comunitario, che sta però incontrando la strenua resistenza di una parte degli Stati, assolutamente contrari al meccanismo di quote per la ripartizione dei migranti. Eppure, anche secondo le Nazioni Unite, è necessario un “meccanismo di distribuzione equo e funzionale per gestire arrivi sproporzionati in uno Stato membro Ue attraverso la condivisione delle responsabilità”. In sostanza, quando uno Stato raggiunge una soglia stabilita di richiedenti asilo, dovrebbe scattare in automatico un meccanismo per trasferirne quote fissate negli altri Stati. Come proposto dalla Commissione, ma con alcune modifiche. Per le Nazioni Unite la ripartizione a livello europeo deve scattare quando si raggiunge il 100% della capacità di accoglienza di uno Stato e non il 150% come proposto dalla Commissione. L’Unhcr, poi, propone di non redistribuire i migranti che presentano domande di asilo manifestamente infondate (da rimpatriare con procedure accelerate), o manifestamente fondate, a cui va subito garantito l’asilo e solo in seguito vanno redistribuiti, ma solo quelli le cui domande siano da analizzare. Secondo la proposta presentata da Grandi, poi, bisogna dare assoluta priorità, nel meccanismo di ripartizione, ai ricongiungimenti familiari.
Si tratta soltanto di un passaggio di una proposta complessiva che comprende anche molti altri aspetti tra cui un approccio comune ai minori non accompagnati, un efficiente sistema di ritorno per chi non ha diritto alla protezione internazionale e meccanismi per migliorare l’integrazione dei migranti.
“Lo scorso anno l’Europa ha fallito nel mettere in atto una risposta collettiva e ordinata alle sfide poste dall’arrivo di oltre un milione di rifugiati e migranti”, ha sottolineato Grandi, ricordando che “questo è risultato in scene di caos ai confini, che hanno portato a un crollo nella fiducia del pubblico nella capacità dei governi di gestire la situazione e giocando a favore in quelli che volevano trasformare i rifugiati in un capro espiatorio”. Ma ora, secondo l’Alto commissario, è arrivato il momento “per una nuova visione dell’impegno dell’Europa nella crisi globale dei rifugiati” in cui il vecchio continente deve “attingere alla sua storia di tolleranza, apertura e basarsi sui principi di protezione, ma avendo anche un approccio pragmatico e pratico”. L’Europa “ha dimostrato che è più forte quando affronta le sfide insieme e credo fermamente – ha concluso Grandi – che sia ancora possibile”.