Roma – “La strategia militare sta dando risultati positivi in Iraq”, dove “quasi il 60% del territorio prima occupato da Daesh è oggi nelle mani del governo iracheno”, dice Roberta Pinotti, ministra della Difesa italiana, intervenendo al Forum Med organizzato a Roma dalla Farnesina e dall’Ispi in collaborazione con la Commissione europea. Tuttavia, precisa, “la fine di Daesh non sarà la fine del terrorismo. Dovremo gestire una situazione critica, a lungo, per evitare ogni minaccia”.
Se la piaga del terrorismo colpisce indistintamente l’Europa, il Medio Oriente, il Nord e il Centro Africa, quasi i confini tra Paesi non esistessero più, il contrasto non può che essere basato su una coalizione ampia e proiettata a risolvere la situazione nel breve e nel medio-lungo termine. E al Forum Med 2016, la ‘shared security’ è uno dei quattro pilastri fondamentali sui quali costruire dialogo e collaborazione tra Europa e le regioni del Medio Oriente e del Nord Africa (con apertura verso l’intero continente) e un’occasione importante per stipulare un nuovo patto tra Nazioni che prevenga la formazione di nuovi terrorismi in futuro.
Pinotti ha due proposte in questa direzione: il mantenimento della coesione tra tutta la coalizione internazionale Anti-Isis e un continuo lavoro culturale sulle popolazioni, per contrastare il terrorismo a medio-lungo termine.
Ibrahim Al Jaafari, ministro degli Esteri iracheno, ricorda che dopo la battaglia bisogna ricostruire tutto: “Già nel 2014 – ricorda – ho detto all’Onu che dopo la ripresa di Mosul avremmo avuto bisogno di ripristinare le infrastrutture. Quando i cittadini torneranno avranno bisogno di scuole, strade, ospedali e dell’aiuto della comunità internazionale”, incluso quello dell’Ue.
Tutti i presenti al dibattito condividono che il momento storico è decisivo, e il ministro della Difesa tunisino, Farhat Horchani, sottolinea come “il nuovo contesto sia diverso da quello di Helsinki” in cui si raggiunse un accordo nella Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa. “Ciò che sta succedendo è qualcosa di non convenzionale”, avverte, aggiungendo che “in passato abbiamo fatto una cattiva diagnosi che ha portato a terapie sbagliate”. Horchani da ragione a Pinotti quando sottolinea che “l’espandersi del terrorismo non è rappresentato solo da Daesh”. A suo avviso, la minaccia terroristica “durerà a lungo” e “dobbiamo essere pronti a sconfiggerla adesso e a prevenirla per il futuro”.