Bruxelles – Gli investimenti per la ricostruzione post terremoto in Italia devono essere esclusi dal calcolo del deficit nazionale previsto dal Patto di Stabilità “alla luce del carattere gravissimo ed eccezionale della situazione”. A chiederlo è il Parlamento europeo che ha approvato per alzata di mano una risoluzione in cui chiede alla Commissione di adottare misure urgenti per facilitare una rapida ricostruzione dei Paesi distrutti durante i terremoti che hanno colpito il nostro Paese il 24 agosto, il 26 e il 30 ottobre scorsi.
La parte della risoluzione relativa allo scorporo dei fondi era stata proposta inizialmente dal Movimento 5 Stelle e poi accettata con alcune modifiche da tutti i gruppi e inserita nel testo finale approvato a Bruxelles. “Adesso ci aspettiamo che la Commissione europea dia seguito alle indicazioni del Parlamento europeo”, ha chiesto Rosa D’amato, eurodeputata del Movimento, secondo cui “grazie a questo voto, Regioni, Comuni e privati avranno a disposizione una leva finanziaria importante per fare prevenzione e gestione dei rischi”, in quanto “questo provvedimento riguarda il terremoto, ma non solo: sono inclusi anche gli investimenti relativi al dissesto idrogeologico, frane e smottamenti”.
“In casi come questi, le Istituzioni europee devono essere sensibili, devono capire che la loro credibilità, la loro autorevolezza, dipendono anche dalla capacità di essere presenti in questi momenti e di trasferire un messaggio, appunto, di capacità di gestione”, ha dichiarato Salvatore Cicu di Forza Italia, autore di un’altra risoluzione, approvata con 589 voti a favore, 13 contrari e 42 astensioni, che chiede una riforma del Fondo di solidarietà Ue per fare in modo che si riducano i tempi di mobilitazione e si aumentanti la soglia dei pagamenti anticipati.
“Nonostante le catastrofi naturali siano in aumento in Europa, nel 2014 sono stati spesi soltanto 126 milioni su 500 disponibili del fondo di solidarietà. Questo accade perché le soglie di accesso sono troppo alte, ma gli Stati fino ad ora si sono rifiutati di abbassarle”, ha denunciato Curzio Maltese, eurodeputato dell’Altra Europa con Tsipras (Gue). “Per questo abbiamo proposto una soluzione alternativa: calcolare la soglia non solo sulla base del singolo evento, ma anche sommando i danni subiti da una stessa regione nell’arco di un anno per effetto di catastrofi naturali ripetute”, ha aggiunto riferendosi all’emendamento sul tema proposto dalla Sinistra Unita Gue e approvato in Plenaria.
Per accrescere la prevenzione i deputati, in considerazione dell’elevata sismicità di alcune aree geografiche come quella mediterranea e del sud-est dell’Europa, invitano tutti gli Stati membri ad accelerare la ricerca in questo campo, attraverso le azioni previste dal programma comunitario per la ricerca, Orizzonte 2020, e ad applicare tutti gli strumenti utili alla prevenzione di vittime e danni, così da ridurre al minimo la portata potenzialmente devastante di tali eventi naturali.
Nel documento, si sottolinea anche l’importanza di utilizzare tutti gli strumenti disponibili e di garantire che le risorse messe a disposizione siano utilizzate nel modo più efficace possibile, in collaborazione con le autorità nazionali e regionali. Per questo, si ricorda anche la possibilità di utilizzare il Fondo europeo per lo sviluppo rurale (Feasr) per sostenere le aree rurali e le attività agricole colpite dal sisma.
Proprio ieri sera la Commissione europea ha annunciato una prima erogazione di aiuti del valore di 30 milioni di euro dal Fondo di solidarietà. La mobilitazione del finanziamento totale richiede un voto del Parlamento per essere effettiva.