Bruxelles – Il Parlamento di Bruxelles farà un’indagine sulle condizioni di lavoro nei ristoranti McDonald’s in tre Stati membri dell’Unione europea: Belgio, Francia e Regno Unito. Lo hanno deciso i deputati della commissione Petizioni dopo un’audizione con diversi sindacati, il britannico Food and Allied Workers Union (BFAWU), il belga FGTB Horval e la Cgt francese. L’audizione è stata organizzata dopo che a Bruxelles sono arrivate tre petizioni sul tema, con oltre 31mila firme, e tutte che denunciavano condizioni di lavoro incompatibili con la legislazione comunitaria e la carta Ue dei diritti fondamentali.
Sul banco degli imputati soprattutto i contratti flessibili e a “zero ore” di cui McDonald’s abuserebbe, impieghi che non garantiscono un minimo di lavoro, ma sono collegati solo alla domanda, con persone che lavorano alcuni giorni o settimane e poi vengono messi in pausa in attesa di una nuove necessità, addirittura a volte con una clausola di esclusiva che impedisce loro di cercare altri impieghi.
“Bisogna investigare sulla compatibilità di questi contratti con il diritto dell’Unione”, ha affermato Jude Kirton-Darling dei Socialisti & Democratici, secondo cui “questi tipi di contratti sono perniciosi perché i diritti dei lavoratori sono sospesi e non ci sono congedi di maternità o vacanze pagate”. “È chiaro dall’audizione di oggi che McDonald’s sta abusando delle scappatoie nella legislazione nazionale e comunitaria per organizzare social dumping”, ha aggiunto Edouard Martin, anche lui del gruppo S&D, affermando che “essendo il secondo maggior datore di lavoro del mondo il McDonald’s ha una posizione e una responsabilità particolari verso i lavoratori”.