Bruxelles – Il nuovo presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, ha intenzione di dare vita ad un asse Usa-Russia per lottare contro Daesh in Siria? Ben venga. L’inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria, Staffan de Mistura, ha tentato di smorzare le preoccupazioni su un possibile accordo tra Washington e Mosca, intesa che secondo molti potrebbe finire per favorire Bashar al-Assad. “Non possiamo prevedere la politica” di Trump, “ma sulla base delle sue dichiarazioni abbiamo idea che la sua intenzione sia dare priorità assoluta alla lotta contro Daesh. Penso che nessuno in giro dirà di essere in disaccordo con lui, nemmeno io”, ha commentato De Mistura, che, parlando davanti alla commissione Affari esteri del Parlamento europeo a Bruxelles, ha definito la possibilità di una “joint venture con Putin per combattere Daesh” come “un’opzione valida”. Per l’inviato speciale Onu infatti “si può e si deve combattere con la Russia contro Daesh perché tutti siamo minacciati da Daesh”.
Bisogna però anche porsi il problema di cosa accadrà nella fase dopo un’eventuale sconfitta di Daesh. “C’è differenza tra lottare e sconfiggere Daesh”, ha messo in guardia De Mistura, secondo cui “per sconfiggerlo, l’unica cosa che si può fare è scegliere una forma di governo siriano inclusiva” visto che lo Stato islamico è “nutrito dalla frustrazione delle comunità siriane escluse dal governo”. Insomma se davvero si vuole sconfiggere Daesh “ci vuole anche il livello politico” sennò “si tratta solo di bombardare Raqqa e non è abbastanza”. Quando sarà il momento di favorire la necessaria soluzione politica inclusiva, ha sottolineato De Mistura, “ci aspettiamo che la Russia e altri dicano ad Assad che bisogna negoziare”.
L’inviato speciale Onu non ha nascosto le preoccupazioni per una situazione che si fa sempre più incerta, con una “chiara e innegabile accelerazione militare”, nonostante tutti dicano che per la Siria “c’è solo la soluzione politica”. Invece oggi “c’è un costante movimento militare” e “non so quanto Aleppo reggerà”, ha ammesso De Mistura. “Da qui al venti gennaio”, data di entrata in carica di Trump “potrebbe cadere Aleppo, il governo siriano potrebbe dire che la guerra è finita e chiedere una conferenza di pace”, ha spiegato De Mistura, secondo cui però in quel caso “dobbiamo fare passare la nottata e vedere cosa succede” perché “per una conferenza di pace tutti devono partecipare” e ci deve essere “una transizione politica e una condivisione del potere reale”.