Bruxelles – Le raccomandazioni della Commissione europea che consentono ad alcuni Stati, tra cui l’Italia, maggiore espansione fiscale creano “tensioni” con il patto di Stabilità che invece deve essere “applicato costantemente”. È l’opinione del presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, che parlando in audizione nella commissione Problemi economici del Parlamento europeo, si è compiaciuto del fatto che “gli sforzi di consolidamento degli Stati membri stanno dando frutti”, con il livello di deficit della zona euro che nel 2015 si è attestato al 2,1% quando solo 6 anni fa era al 6,2%. Ma queste medie, ha avvertito Dijsselbloem, “mascherano alcune eterogeneità” tra gli Stati membri e per questo “altri progressi determinati sono necessari in diversi Paesi per salvaguardare la sostenibilità delle finanze pubbliche e rafforzare la capacità di reggere gli shock”.
Per il presidente dell’Eurogrupo “è essenziale che le regole fiscali concordate siano applicate costantemente”, in quanto “il Patto è l’ancora di stabilità per la zona euro”. Un avvertimento contro la flessibilità che la Commissione europea sta concedendo con sempre maggiore frequenza. “In alcuni Paesi investimenti pubblici nelle infrastrutture sono benvenuti”, ha concesso ma aggiungendo che la Commissione “deve capire che se c’è un conflitto tra attenersi alle regole del Patto e i suoi consigli sulla politica di bilancio allora siamo in una situazione complicata”.
Per Dijsselbloem “non siamo ancora abbastanza stabili”, i bilanci degli Stati membri “non sono ancora forti abbastanza per abbandonare la traiettoria finanziaria” richiesta dal Patto. E questo a suo avviso bisogna ricordarselo soprattutto ora che l’economia sembra stia dando segnali positivi. “So da esperienze passate quanto è importante preservare la credibilità del Patto dalla tentazione di andarci piano quando le cose vanno bene per poi scoprire, quando le cose si mettono male, che avremmo dovuto prenderlo più seriamente”, ha concluso ricordando che il Patto “è la struttura che tiene insieme l’Eurozona”.