Bruxelles – L’Unione europea si fonda sul principio della libera circolazione di mezzi e persone, ma ci sono ancora settori, come l’on-line, in cui non tutte le frontiere sono state abbattute. Per questo, il Consiglio europeo ha approvato la bozza del regolamento che mette al bando l’uso ingiustificato del geo-blocking tra gli Stati membri. In particolare, il nuovo regolamento rimuove quelli che vengono definiti nel testo “le discriminazioni basate sulla nazionalità, la residenza o il domicilio dei consumatori, in modo da dare maggiore impulso all’e-commerce”.
I consumatori europei digitali nonostante abbiano a disposizione uno strumento senza limiti come internet, non sempre possono acquistare facilmente prodotti e servizi da un sito web che ha base in un altro Stato membro. Spesso coloro che vorrebbero acquistare online non hanno accesso alle offerte più convenienti oppure decidono di non acquistare all’estero perché il costo della consegna è eccessivo o perché non sanno quali sono i loro diritti in caso di complicazioni.
Le licenze sui contenuti digitali sono territoriali e quindi i contenuti sottoposti ad autorizzazione sono accessibili solo da alcuni Paesi. Se da un lato, c’è bisogno di aumentare libertà dei consumatori on line, dall’altro bisogna rispettare le esigenze di protezione che le aziende vogliono mantenere sui propri prodotti.
Secondo la proposta, il contrasto al blocco geografico garantisce il giusto equilibrio tra l’interesse dei consumatori di effettuare acquisti online senza confini e il bisogno delle imprese poter contare su norme certe. Ne è convinto anche il Sottosegretario alla Presidenza dei Ministri Sandro Gozi in un tweet ha giudicato il parere positivo del Consiglio una modo per avere “più diritti per consumatori e più certezze per imprese”.
A @EUCouncil Competitività raggiunto accordo politico su geoblocking/mercato digitale: più diritti per consumatori più certezze per imprese
— Sandro Gozi (@sandrogozi) 28 novembre 2016
“Abbiamo ottenuto un accordo molto importante sul geo-blocking, blocchi che ancora oggi frammentano il mercato”, ha spiegato Gozi, per il quale la posizione raggiunta dal Consiglio è arrivata anche grazie all’Italia.
“Dopo essere stati decisivi a maggio sulla portabilità, anche oggi l’Italia è stata fondamentale per fare questo passo avanti sul geo-blocking”, ha aggiunto il Sottosegretario, “Si tratta di due pilastri del mercato unico digitale che potrebbero diventare presto realtà e questo va nel senso delle nostre priorità di politica europea, ma anche dell’impegno che il governo sta mettendo sull’agenda digitale in senso ampio anche in Italia”.
Secondo il pacchetto approvato dal Consiglio, “ad eccezione della discriminazione dei prezzi che non è ammessa, la differenza di costo non è proibita. I commercianti sono liberi di offrire diverse condizioni di accesso, inclusi i prezzi e destinare condizioni speciali a certi gruppi di consumatori in territori specifici”.
Partendo dalle strategie europee del Mercato Unico Digitale e del Mercato Unico, il pacchetto sul commercio elettronico integra due proposte della Commissione del dicembre 2015 sulla fornitura di contenuti digitali e sulla vendita on-line.
Oltre alla proposta legislativa per contrastare il blocco geografico ingiustificato e altre forme di discriminazione, in base alle nuove regole sarà garantito l’accesso unico e paritario a beni e servizi per tutti i consumatori, indipendentemente dalla loro provenienza in tre casi: vendita di beni che sono consegnati in un altro Stato membro, fornitura di servizi elettronici come servizi cloud o altri sistemi di conservazione e deposito dati, fornitura di servizi al consumatore da parte di un’impresa che opera nello stesso Stato dell’utente.
Inoltre, le discriminazioni non sono ammesse né sul piano della provenienza del consumatore e neppure in relazione ai mezzi di pagamento utilizzati. “Fare shopping online da un Paese europeo nello stesso modo in cui lo fa una persona che vive sul posto è qualcosa che molti cittadini oggi si aspettano di poter fare”, ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo e ministro dell’Economia slovacco Peter Žiga. “Con la nostra decisione di oggi abbiamo aperto la strada alla rapida apertura dei negoziati con il Parlamento e per una potenziale chiusura l’anno prossimo”.