Bruxelles – Oggi la Commissione europea ha proposto nuove regole sulle infrastrutture sistemiche del mercato finanziario, meglio note come controparti centrali (CCP), per intervenire efficacemente quando le cose si mettono male.
In una nota la Commissione spiega che le CCP si interpongono tra le due parti di un’operazione su strumenti finanziari, tra cui obbligazioni, azioni, derivati e merci (quali i prodotti agricoli, il petrolio e il gas naturale), hanno un ruolo cruciale nel ridurre i rischi e le interconnessioni all’interno del sistema finanziario e aiutano le imprese finanziarie e gli utenti finali, ossia le imprese, a gestire i rischi commerciali. In Europa e in tutto il mondo le controparti centrali hanno quasi raddoppiato le loro dimensioni e la loro importanza in seguito all’impegno assunto dopo la crisi dalle G20 di fare in modo che i derivati non negoziati sui mercati regolamentati (cosiddetti over-the counter – OTC) standardizzati siano compensati mediante le controparti centrali. Una parte considerevole dei contratti derivati in essere in tutto il mondo, pari a 500 000 miliardi di EUR, è compensata da 17 controparti centrali in Europa.
Esistono già elevati standard normativi per le CCP dell’UE, stabiliti dal regolamento sulle infrastrutture del mercato europeo(“EMIR”), mentre non esistono norme a livello dell’UE per l’improbabile ipotesi che le controparti centrali si trovino in una situazione di grave difficoltà o di dissesto e debbano quindi essere sottoposte ad ordinate procedure di risanamento o di risoluzione. La proposta odierna intende mettere in atto un quadro di risanamento e risoluzione per le CCP aventi rilevanza sistemica per il sistema finanziario. L’obiettivo è garantire che le funzioni essenziali delle controparti centrali siano preservate, mantenendo nel contempo la stabilità finanziaria ed evitando che i costi connessi alla ristrutturazione e alla risoluzione delle controparti centrali in fallimento ricadano sui contribuenti.
Valdis Dombrovskis, vicepresidente dela Commissione Ue responsabile per la Stabilità finanziaria, ha spiegato che “questa proposta, che rafforzerà ulteriormente il sistema finanziario europeo, è intesa a tutelare i contribuenti assicurando un intervento efficace sulle controparti centrali in difficoltà. È evidentemente importante: le controparti centrali sono un elemento cruciale del nostro sistema finanziario, in quanto aiutano le imprese a gestire i loro rischi. La proposta andrà a integrare la normativa più severa sui mercati dei derivati che abbiamo messo a punto dopo la crisi”.
Per Jyrki Katainen, altro vicepresidente responsabile per Occupazione, crescita, investimenti e competitività, “le controparti centrali operano a livello transfrontaliero e sono fondamentali per la riduzione dei rischi nel sistema finanziario. Tuttavia, il fallimento di una CCP, per quanto improbabile, non deve coglierci impreparati e, a tal fine, dobbiamo disporre delle norme necessarie. La proposta di oggi è importante per garantire la fiducia nel nostro sistema finanziario.”
La crisi finanziaria ha mostrato chiaramente che il fallimento di un importante ente finanziario può causare problemi gravi per il resto del sistema finanziario e può incidere negativamente sulla crescita dell’economia in generale. È importante dotare le autorità europee del potere di intervenire, e di poterlo fare in modo ordinato, in caso di fallimento di una CCP.
Elementi chiave della proposta
Muovendo dalla normativa internazionale, le norme proposte per le controparti centrali stabiliscono disposizioni analoghe a quelle in vigore per il risanamento e la risoluzione delle banche (direttiva sul risanamento e la risoluzione delle banche – BRRD). Tuttavia, essendo imprese molto diverse dalle banche, la proposta contiene strumenti specifici per le CCP, che meglio si allineano alle procedure di gestione del default delle controparti centrali, e norme di funzionamento, principalmente intese a stabilire in che modo ripartire le perdite.
Le norme proposte obbligano le CCP e le autorità a prepararsi ad affrontare i problemi che possono insorgere, ad intervenire precocemente per evitare le difficoltà e ad agire quando la situazione è già deteriorata.
Preparazione e prevenzione
Le norme proposte impongono alle CCP di definire piani di risanamento che dovrebbero prevedere misure per superare le difficoltà finanziarie che richiedano più risorse di quelle di cui dispongono per la gestione del default e di quelle che impone loro l’EMIR; dovrebbero contemplare altresì l’ipotesi del default dei partecipanti diretti della CCP, nonché il sopravvenire di altri rischi e perdite per la stessa CCP, come la frode o gli attacchi informatici. I piani di risanamento devono essere esaminati dall’autorità di vigilanza della CCP.
Le autorità responsabili della risoluzione delle controparti centrali (vale a dire le autorità di risoluzione) sono tenute a preparare piani di risoluzione che indichino come sarà ristrutturata la CCP e come saranno mantenute le funzioni essenziali nell’improbabile caso di un fallimento.
Intervento precoce
L’intervento precoce assicura che le difficoltà finanziarie vengano affrontate non appena si presentano, evitando così i problemi. Le autorità di vigilanza delle CCP dispongono di poteri specifici per intervenire nelle operazioni delle controparti centrali quando la loro sostenibilità è a rischio, ma prima che siano sul punto di fallire, o qualora le loro azioni possano essere dannose per la stabilità finanziaria globale. Le autorità di vigilanza potranno altresì imporre alla controparte centrale di avviare azioni specifiche nel piano di risanamento o di apportare modifiche alla strategia aziendale o alla struttura giuridica o operativa.
Poteri e strumenti di risoluzione
In linea con le indicazioni del Consiglio per la stabilità finanziaria, la CCP sarà sottoposta a risoluzione quando è in dissesto o a rischio di dissesto, quando nessuna alternativa del settore privato può contribuire a evitarlo, e qualora tale dissesto comprometta l’interesse pubblico e la stabilità finanziaria. Sarà inoltre sottoposta a risoluzione quando l’utilizzo di altre misure di risanamento potrebbe compromettere la stabilità finanziaria, quandanche le condizioni di cui sopra non siano soddisfatte.
Cooperazione tra autorità nazionali
Per loro natura, le CCP sono transfrontaliere e le più grandi operano a livello internazionale. È fondamentale che le autorità collaborino a livello transfrontaliero per garantire un’efficace pianificazione e un’ordinata risoluzione, se necessario. La proposta istituisce il cosiddetto collegio di risoluzione per ciascuna CCP, che comprende tutte le autorità pertinenti, tra cui l’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA) e l’Autorità bancaria europea (ABE).
I collegi esistenti istituiti ai sensi dell’EMIR e i collegi di risoluzione di recente istituzione dovrebbero svolgere congiuntamente i compiti specifici loro assegnati ai sensi del nuovo regolamento. L’ESMA agevolerà azioni congiunte e, se necessario, svolgerà un ruolo di mediazione vincolante.
Il progetto di regolamento sarà ora trasmesso al Parlamento europeo e al Consiglio dell’Unione europea per l’approvazione e l’adozione.
Contesto generale
Dal 5 ottobre al 28 dicembre 2012 la Commissione europea ha condotto una consultazione pubblica su un possibile quadro di risanamento e risoluzione degli enti finanziari diversi dalle banche. I quesiti riguardavano la necessità di un regime di risanamento e risoluzione, soprattutto per quanto riguarda le controparti centrali, i depositari centrali di titoli e le imprese di assicurazione. Nel complesso, dalla consultazione è emerso che la priorità dovrebbe essere lo sviluppo di norme a livello UE per il risanamento e la risoluzione delle controparti centrali. L’attuazione dell’obbligo imposto dalle G20 di compensare a livello centrale i derivati OTC standardizzati è stato riconosciuto come un argomento convincente per un intervento in tal senso.
A livello internazionale, i leader delle G20 hanno avallato l’approccio sviluppato dal Consiglio per la stabilità finanziaria di affrontare i rischi che il fallimento di un ente finanziario (banca, infrastruttura del mercato finanziario, impresa di assicurazione, ecc.) di rilevanza sistemica globale potrebbe avere sul sistema finanziario mediante strumenti di risanamento e di risoluzione completi ed appropriati. Inoltre, il comitato per i pagamenti e le infrastrutture di mercato (CPMI) e l’Organizzazione internazionale delle commissioni sui valori mobiliari (IOSCO) hanno messo a punto indicazioni sui piani di risanamento per le infrastrutture del mercato finanziario, tra cui le controparti centrali, mentre il Consiglio per la stabilità finanziaria ha pubblicato ulteriori indicazioni sull’applicazione del suo documento sulle caratteristiche essenziali dei regimi efficaci di risoluzione (Key Attributes of Effective Resolution Regimes) alle infrastrutture dei mercati finanziari, quali le controparti centrali. Tali indicazioni sono state riprese nella proposta della Commissione.
Un lavoro più ampio sulla risoluzione
È ancora in corso l’analisi sulla necessità di dare una risposta anche ai possibili casi di risanamento e risoluzione di imprese finanziarie diverse dalle banche e dalle CCP. Benché gli insegnamenti tratti dalla crisi finanziaria non indichino un’uguale urgente necessità di queste misure, in futuro esse potrebbero rivelarsi necessarie, alla luce dell’evoluzione del rischio economico e finanziario nei settori interessati.
Sono ancora in fase relativamente iniziale i lavori più ampi sulle imprese di assicurazione svolti a livello internazionale sotto gli auspici delle G20. In Europa, l’Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali (EIOPA) ha svolto un ampio e approfondito esame comparativo delle pratiche nazionali di risanamento e risoluzione e dell’evoluzione del settore, e presenterà una relazione in merito nella prima metà del 2017. Sulla scorta di tale relazione la Commissione prenderà in considerazione la soluzione più adeguata da adottare, in stretta consultazione con il Parlamento europeo, il Consiglio e le parti interessate pertinenti.
Dati principali
Nel 2015 in media più del 50% del mercato mondiale in derivati OTC, equivalente a livello mondiale a 493 000 miliardi di USD, è stato compensato a livello centrale mediante le CCP, il che equivale quasi al doppio della percentuale del 2009, anno dell’impegno assunto dalle G20. In media, ora potrebbe essere compensato il 70% di tutte le nuove operazioni in strumenti derivati OTC.