Bruxelles – È passata a grandissima maggioranza l’attesa richiesta del Parlamento europeo di sospendere i negoziati di adesione con la Turchia, alla luce della svolta autoritaria imposta da Recep Tayyp Erdogan dopo il tentativo di colpo di Stato di luglio. L’Aula di Strasburgo ha approvato la risoluzione con 479 voti in favore, 107 astensioni e solo 37 voti contrari. I deputati ricordano che la Turchia è “un partner importante per l’Ue” ma sottolineano che “la volontà politica di cooperare deve provenire da entrambe le parti” e la Turchia non dimostra “tale volontà politica, dato che le azioni del governo allontanano ulteriormente il Paese dal suo percorso europeo”.
Per questo, chiede il Parlamento, il processo di adesione va congelato ma non interrotto. Cioè la Turchia deve rimanere “ancorata” all’Ue per poter riprendere i negoziati se saranno revocate le “misure sproporzionate” repressive nel contesto dello stato di emergenza in Turchia. I deputati ricordano anche che una barriera insormontabile alla prospettiva europea della Turchia sarebbe la reintroduzione della pena capitale. I deputati hanno quindi ricordato che “l’opposizione inequivocabile alla pena di morte è un elemento essenziale dell’acquis dell’Unione”.
Nel documento si condannano poi fermamente le misure repressive sproporzionate adottate dal governo turco dopo il mancato colpo di Stato del luglio 2016. Misure che “violano i diritti e le libertà fondamentali tutela dalla Costituzione turca”. La risoluzione votata dal Parlamento europeo non è giuridicamente vincolante, poiché il Parlamento non ha alcun ruolo formale nell’attivazione iniziale di tali meccanismi, ma rappresenta un elemento di forte pressione politica.