Bruxelles – L’estone-svedese Skype, la francese Bla Bla Car, la svedese Spotify, e ancora, la tedesca SoundCloud: sono tutte startup nate quasi per gioco e poi trasformatesi in poco tempo in vere e proprie aziende. Non si tratta di tradizionali imprese basate su una struttura verticistica, ma piuttosto di realtà basate sulla filosofia, oggi diventata modello imprenditoriale, del crowdsourcing. Secondo Google, 40 delle 100 app più usate sono state create in Europa. Per il commissario all’Unione energetica, Maroš Šefčovič, “le tecnologie del crowdsourcing sono la spina dorsale delle società moderne”.
Intervenendo alla cerimonia di apertura della Settimana europea del crowdsourcing, il vicepresidente della Commissione Ue ha spiegato che “la nuova concezione dell’impresa e del lavoro è alla base del modo in cui usiamo l’informazione, i capitali, i servizi, l’energia, e a volte anche alla base delll’elaborazione informatica o delle valute digitali”. Il lavoro oggi non ruota più intorno all’azienda, ma piuttosto all’individuo, o meglio a un gruppo di persone che realizzano lo sviluppo collettivo di un progetto. Si chiama crowdfounding ed è il futuro del mondo del lavoro.
Il nuovo meccanismo prevede l’esternalizzazione di una parte delle attività di un’azienda a un gruppo di persone a cui vengono affidate la progettazione, la realizzazione o lo sviluppo di un progetto. Dal crowdfounding volontario, come l’enciclopedia Wikipedia, si è passati ben presto a quello aziendale, facendo di questo nuovo sistema di collaborazione collettiva, un nuovo business. “Stiamo lavorando alla creazione del Mercato unico digitale, un contesto che renderà più facile la diffusione di idee e talenti in Europa”, ha spiegato Šefčovič, “e anche alla cosiddetta ‘Gigabite Society’, che permetterà ai cittadini europei di beneficiare dei progressi digitali entro il 2025”.
Oltre a tutte le innovazioni del crowdsourcing, al centro degli incontri, in corso in questi giorni a Bruxelles, ci sono anche le smart city e mobilità, energia e occupazione. Già oggi in Germania metà dell’energia rinnovabile tedesca è prodotta dai cittadini, che ne sono proprietari, e il futuro sarà caratterizzato dalla produzione energetica autonoma. Ne è convinto Šefčovič che ha dichiarato: “Ogni tetto di casa sarà un potenziale impianto elettrico, i consumatori saranno consapevoli dei loro acquisti grazie a facili strumenti digitali e forse, la cosa più importante, avremo più energia rinnovabile in Europa”. Se l’energia viene prodotta in maniera più sostenibile anche le città sono destinate a trasformarsi radicalmente. Tra le azioni che la Commissione europea sta portando avanti c’è la transizione verso le smart city. Una delle ultime iniziative riguarda la creazione del Patto globale dei sindaci. “Si tratta della più grande coalizione di città, 7.100 da 119 Paesi e 6 continenti, che rappresenta oltre 600 milioni abitanti”, ha spiegato il commissario per l’Unione energetica, “In questo modo saranno in grado di condividere le informazioni più facilmente, cooperare su progetti innovativi, ma anche favorire lo sviluppo del crowdsourcing”, ha aggiunto.