Bruxelles – La Commissione europea ha deciso la nomina di un funzionario britannico come vice direttore generale dell’Immigrazione, una scelta che ha scatenato una tempesta a Bruxelles, viste le dure posizioni del governo britannico sul tema, che è stato al centro dell’attenzione dei sudditi britannici nel voto sulla Brexit.
A qualche giorno dalla notizia l’eurodeputato Nicola Danti (Pd) ha presentato una interrogazione prioritaria alla Commissione europea sulla nomina di Simon Mordue a vice direttore generale del dipartimento Migrazione ed Affari Interni. “Un ruolo di grande responsabilità – sottolinea l’eurodeputato – in un settore chiave per l’Unione: tra le sue competenze, anche l’applicazione dell’Agenda europea per la migrazione e la gestione degli hotspot”.
Considerato il voto sulla Brexit dello scorso 23 giugno e l’impegno ribadito dal governo britannico ad attivare l’articolo 50 e ad avviare i negoziati sull’uscita del paese dall’Ue, Danti chiede alla Commissione “se non ritenga poco opportuno, in questo momento, nominare un funzionario di un paese che non sarà più membro dell´Unione, in un ruolo chiave come questo, con competenze decisionali in materie così sensibili come le politiche migratorie e degli affari interni. Materie – conclude Danti – che saranno centrali per il futuro della Ue e che soprattutto costituiranno uno dei temi centrali dei negoziati sulla Brexit”.
La Commissione europea, tramite un portavoce, difende la nomina, spiegando che Mordue “è un funzionario come tutti gli altri funzionari, ed ha una grande esperienza in questo settore”.
La Brexit non toccherà la posizione lavorativa dei funzionari britannici, che hanno vinto un concorso pubblico e dunque resteranno al loro posto anche dopo l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione, anche se il loro peso politico diminuirà notevolmente. Sarà una sorta di “ruolo ad esaurimento, poiché non ci saranno poi nuovi assunti, dato che la condizione base per accedere a una concorso è la cittadinanza dell’Unione.