Bruxelles – “Spesso mi chiedono come sia possibile che i tedeschi abbiano un senso dell’umorismo. Ciascuno ritiene che il senso dell’umorismo migliore sia quello del proprio Paese”. Una convinzione diffusa tra i cittadini europei che la vincitrice del Premio Lux 2016 Maren Ade ha confessato di fronte all’aula di Strasburgo ricevendo il riconoscimento per il film “Toni Erdmann” tradotto il 24 lingue. Alla cerimonia di premiazione della decima edizione del premio cinematografico del Parlamento europeo la regista tedesca ha parlato del potere unificante del cinema che è in grado di superare ogni barriera e unire più che dividere. Ne è convinto anche il presidente dell’assemblea di Strasburgo Martin Schulz che ha ricordato come “i tre film in concorso ci ricordano che ciò che ci unisce è più forte di quello che ci separa”. L’obiettivo del Premio Lux, istituito dieci anni fa, è proprio quello di mostrare la complessità dell’identità europea, a partire dagli aspetti più nascosti e insospettati come, ad esempio, l’umorismo. Il film vincitore “Toni Erdmann”, una coproduzione tedesco-austriaca-rumena, racconta del tentativo di un padre di riavvicinarsi a una figlia che vive da espatriata.
Tra commedia dark e dramma esilarante, la pellicola descrive intensamente come le relazioni familiari cambino e ci influenzino in una società competitiva e che invecchia, ma soprattutto pone il dilemma su come le persone possano conservare la propria umanità in un contesto economico disumanizzato.
Anche gli altri due film in concorso hanno scavato nell’identità europea e nelle paure del nostro secolo. Il film svizzero francese “Ma vie de Courgette” (La mia vita da Zucchina), di Claude Barras lo ha fatto attraverso la storia di una giovane cantante che vuole risvegliare la coscienza politica dei suoi concittadini negli ultimi anni della dittatura tunisina di Ben Alì.
Il terzo film in lizza, “A peine j’ouvre les yeux” (Appena apro gli occhi) di Leyla Bouzid, una coproduzione tra Francia, Tunisia, Belgio, Emirati Arabi Uniti, è partito dalla storia di un orfano che trova un segno di speranza nella vita con la nuova famiglia.
Le opere in concorso sono l’espressione del mondo dell’arte europeo che, nonostante il fermento culturale del continente, non è esente dalle conseguenze della crisi. “Toni Erdman esiste solo grazie agli aiuti nazionali ed europei che ci permettono di correre il rischio di fare film che non sempre piacciono a tutti”, ha dichiarato la regista vincitrice del Premio Lux 2016 Ade.
“So anche”, ha aggiunto, “che questo è un grande lusso rispetto agli attuali problemi esistenziali che dobbiamo affrontare. Tuttavia, penso che nessun altro mezzo possa portarci in altre dimensioni e in altre vite come il cinema”.