Bruxelles – Gli Stati membri hanno tempo fino al 2030 per raggiungere i nuovi limiti nazionali sulle emissioni delle principali sostanze inquinanti approvati dall’aula di Strasburgo. Con 499 voti a favore, 177 contrari e 28 astensioni, il Parlamento europeo ha detto dì a una nuova normativa che stabilisce gli impegni nazionali per la riduzione delle emissioni di biossido di zolfo (SO2), ossidi di azoto (NOx), composti organici volatili non metanici (COVNM), ammoniaca (NH3) e particolato fine (inferiore a un diametro di 2,5 micrometri).
I limiti nazionali, sanciti dal voto parlamentare, erano già stati informalmente concordati con la Presidenza del Consiglio dei ministri europeo e hanno l’obiettivo di contrastare l’inquinamento atmosferico, che solo nel 2010 ha provocato 400 mila morti prematura nei Paesi dell’Unione europea ed esposto oltre il 62% del territorio europeo all’eutrofizzazione, il processo per cui l’eccessiva presenza di sostanze nutritive in un determinato ambiente ne causa il degrado, incluso il 71% degli ecosistemi di Natura 2000.
“L’inquinamento atmosferico è la prima causa ambientale di morte nell’Unione europea”, ha dichiarato la relatrice Julie Girling del gruppo Conservatori e Riformisti. “Forse si deve ammettere che abbiamo passato gli ultimi dieci anni concentrandosi sulla CO2, trascurando la qualità dell’aria”, ha aggiunto.
Negli ultimi anni la qualità dell’aria che respiriamo è cambiata in peggio e attualmente, secondo i dati della Commissione “40 milioni di cittadini sono tuttora esposti a livelli di PM10 superiori ai limiti europei”. Secondo l’Agenzia europea per l’ambiente ogni giorno muovendoci con vari mezzi di trasporto produciamo il particolato (Pm), che deriva anche dal riscaldamento e dall’industria, ma anche SOx, quando usiamo energia. Nell’aria, inoltre, sono state riscontrate in quantità eccessiva particelle di Co, che provengono dal riscaldamento e dai trasporti, ma anche l’NH3 che viene dall’agricoltura, la quale contribuisce anche alle emissioni di metano (Ch4).
In particolare, sul metano gli Stati membri continuano a fare pressione, affinché venga escuso dal campo di applicazione della direttiva. La questione resta tuttora aperta e la Commissione europea ha confermato che potrebbe riesaminare questo punto.
Il peggioramento delle condizioni ambientali in cui viviamo non deriva solo dalla quantità di sostanze che produciamo, ma anche dal “mancato rispetto delle norme vigenti sulla qualità dell’aria e dei nuovi obblighi internazionali dell’Ue nel quadro del protocollo di Göteborg”. Lo dice la Commissione europea che parla del “32% e il 24% del territorio Ue non conforme agli standard PM10 e NO2”.