Roma – L’Unione bancaria è una “incompiuta” ed “è un po’ venuta meno alle sue ragioni d’essere originarie”, e l’incertezza che con la sua istituzione “doveva essere se non dissipata, almeno fortemente ridotta forse è aumentata”. È la considerazione del direttore generale della Banca d’Italia, Salvatore Rossi, intervenuto al panel ‘L’Ue e l’EMU, una relazione difficile?’ al forum ‘How can we govern Europe?’, organizzato da Eunews a Montecitorio.
L’Unione bancaria doveva fondarsi su tre pilastri: il meccanismo unico di sorveglianza, il meccanismo unico di risoluzione e il meccanismo unico di garanzia dei depositi. Il primo è l’unico successo finora per Rossi in quanto “messo in piedi in maniera veloce ed efficace”, mentre lo schema unico di risoluzione, che ora si inizia a sperimentare, è stato approvato solo grazie a una profonda mutazione della sua struttura originaria: “Doveva essere finanziato con soldi pubblici, e non con quelli delle banche come alla fine ha prevalso”. Ma comunque c’è, e sta iniziando a funzionare, come stanno sperimentando anche le quattro banche italiane, Banca Marche, Popolare dell’Etruria e del Lazio, CariChieti e CariFerrara, che forse per prime in Europa sono state salvate secondo le nuove regole Ue. Il fallimento totale per ora è lo schema unico di garanzia dei depositi che è “politicamente bloccato”, e che al momento è oggetto di “una proposta della Commissione europea molto compromissoria”.
Ma l’Unione bancaria “è incompleta perché è ancora processo in itinere”, ha provato a controbattere, Marco Buti, direttore generale della DG Affari Economici e Finanziari della Commissione Ue, affermando che bisogna capire che l’unione bancaria “implica una condivisione sovranità ancora maggiore della moneta unica”, e quindi “il fatto che si vada al cuore della sovranità nazionale implica che restino resistenze”.
Ma “quando un cosa è fatta per stare su 3 gambe e gliene togliete una non sta più in equilibrio”, ha fatto notare il presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro, che seppur ha concesso che la sorveglianza unica sta funzionando benissimo, ha affermato chiaramente che “avere una costruzione che volutamente viene mantenuta su due gambe”, è “un azzardo”. Sul sistema di risoluzione entrato in vigore a gennaio ha lamentato anche che “noi banche regolate ci troviamo in una situazione di compresenza di due oneri non coordinati tra loro”, il che significa che “in sostanza quando c’è un problema ce lo dobbiamo risolvere per conto nostro a livello nazionale”, ma allo stesso tempo “dovremmo cominciare ad accumulare fondi per sistema di risoluzione di livello europeo che per ora per adesso non ci solleva”, ma comporta solo che “l’onere per noi è doppio”.