Roma – “L’Italia ha dato un segnale all’Unione europea che il bilancio richiedeva qualche intervento diverso, che c’erano delle correzioni da apportare, ma era anche un segnale alle istituzioni europee per cambiare la politica economica”. Così il vicepresidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, interrogato a margine dell’evento di Eunews ‘How can we govern Europe?’ a Montecitorio, giudica la scelta del governo di astenersi sull’approvazione del bilancio annuale dell’Ue per il 2017.
Secondo l’esponente del Ppe, è “giusto puntare su una maggiore flessibilità”, come fa l’esecutivo, “ma allo stesso tempo, se la si vuole ottenere, bisogna lavorare molto per ridurre il debito pubblico del nostro Paese”. Si tratta di “un’azione che deve essere condotta in maniera determinata qualunque sia il colore politico del governo del momento”, precisa, perché “non possiamo andare avanti con un debito pubblico che è preoccupante, direi spaventoso”.
Tajani sprona poi l’Ue a perseguire come priorità quella di una “governance della politica economica e industriale”. Questo “non sempre accade”, denuncia, “perché si tutela troppo spesso il pilastro della riduzione della spesa pubblica, che ripeto è cosa giusta, ma è ‘un’ pilastro”. L’altro, indica, “è quello dell’economia reale: se non si cresce e non si crea occupazione, con una politica economica a sostegno dell’industria e delle piccole e medie imprese”, il solo rigore non funziona.