Roma – “La Commissione europea riconosce la legittimità delle richieste italiane sull’immigrazione, sulla ricostruzione post terremoto e sulla messa in sicurezza” dal rischio sismico. In audizione davanti alla commissione Politiche Ue del Senato, il sottosegretario agli Affari europei, Sandro Gozi, accoglie con ottimismo il parere espresso dalla Commissione europea sul disegno di legge di bilancio per il 2017.
Quanto alle riserve espresse da Bruxelles, che vede un “rischio significativo di deviazione” dall’obiettivo di medio termine, l’esponente del governo assicura che “i rischi possono essere ridotti a zero con la crescita economica” che sarà stimolata dalla manovra.
Gozi sottolinea che “per la prima volta, dopo nostre richieste insistenti, la Commissione cominci a fare raccomandazioni sull’insieme della zona euro, e non solo sui singoli Paesi visti come compartimenti stagni”. In questo senso, il sottosegretario apprezza che l’esecutivo comunitario “abbia deciso di adottare un orientamento espansivo” per l’area euro nel suo complesso, preventivando “un disavanzo dello 0,5%” del Pil dell’eurozona e sostenendo in tal modo “un bilanciamento” tra i Paesi che devono contenere il debito pubblico e quelli “che devono sostenere la domanda” usando gli spazi di bilancio che hanno a disposizione.
Il titolare delle deleghe alle Politiche Ue rivendica poi la riserva espressa ieri, in Consiglio affari generali, in merito alla revisione del quadro finanziario pluriennale dell’Ue. “Se fosse stata accolta la proposta della Commissione europea avremmo dato il nostro ok immediatamente”, assicura. Invece, dal momento che la proposta della presidenza slovacca “taglia del 50% le risorse fresche” previste dall’esecutivo comunitario, pari a “6,3 miliardi di euro”, l’Italia ha posto la riserva.
“Quando si voterà”, conferma Gozi, “se nulla sarà cambiato voteremo contro e impediremo l’adozione finale” dell’accordo. Con questa posizione, sostiene, l’Italia rafforza l’orientamento che emerge dal dibattito nel Parlamento europeo. Dando invece l’ok, avrebbe “perso ogni possibilità di continuare a lavorare per un accordo adeguato agli interessi del Paese”.
Un ulteriore argomento trattato in audizione riguarda i negoziati sulla revisione del regolamento di Dublino sul diritto di asilo. “La proposta della Commissione europea non risponde pienamente a un cambiamento di sistema”, denuncia il sottosegretario. “Noi non possiamo accettare qualcosa in meno dell’obbligatorietà del meccanismo di redistribuzione dei richiedenti asilo”, avverte. L’intenzione del governo è “rivedere alcuni parametri indicati per far scattare la redistribuzione” automatica.
Ad esempio, “non è accettabile” che il meccanismo venga attivato solo se, in seguito a un’emergenza, il flusso di arrivi superi del 150% le capacità di accoglienza di un Paese. “Stiamo chiedendo di abbassare questa soglia”, spiega Gozi. Allo stesso tempo, l’esecutivo italiano vuole ridiscutere i parametri da considerare per stabilire le stesse capacità di accoglienza per uno Stato membro. “Oltre al Pil e alla popolazione”, secondo il sottosegretario “occorre introdurre anche dei parametri sociali, come il tasso di disoccupazione”, che a suo avviso influisce sulla capacità di farsi carico dei rifugiati.