Bruxelles – Putin chiama Merkel per dirle di dire alla Commissione di occuparsi del gas. Può sorprendere, ma non deve se ci si ferma per un attimo a pensare a cos’è l’Europa. Un sistema dove la Commissione ha il potere di proporre, ma dove a decidere sono gli Stati. Il presidente russo Vladimir Putin, che conosce bene la politica, in nome del pragmatismo parla con chi conta davvero: gli Stati. Ha quindi preso il telefono, contattato la cancelliera tedesca, la leader più influente dei decisori dell’Europa, e l’ha avvertita del rischio delle forniture di gas. La risorse energetica che Mosca garantisce arriva attraverso l’Ucraina, e qui potrebbe fermarsi. Colpa di previsioni che vedono un inverno più rigido del previsto, da cui potrebbe derivare “un possibile aumento di prelievi non autorizzati di gas russo da parte dell’Ucraina”. Un tema discusso in una conversazione approfondita, di cui il governo federale ha reso conto con tanto di comunicato ufficiale.
Rischio reale, come dice la Russia, o tentativo del Cremlino di creare attriti tra l’Ue e l’Ucraina scatenando guerre, per ora virtuali, del gas? L’interpretazione in questo è possibile. Del resto Putin non ha mai gradito le politiche di avvicinamento di Bruxelles a Kiev, considerata nella sfera degli interessi russi. Incrinare la fiducia con avvertimenti di possibili furti di gas potrebbe tornare utile a Mosca. Ma salta soprattutto agli occhi il ruolo di subalternità della Commissione europea. Putin e Merkel hanno deciso che della questione se ne occuperanno la Commissione europea, il ministero per l’Energia della Russia e Gazprom.
Su input di Berlino l’esecutivo comunitario sta ora predisponendo tutto per una visita a Mosca del commissario per l’Unione dell’energia, Maros Sefcovic. Lo ha confermato il servizio dei portavoce. O meglio: non è stato confermato che l’input è arrivato da Merkel, ma solo i preparativi della visita a Mosca. Un annuncio giunto però all’indomani della telefonata tra la stessa cancelliera tedesca e il presidente russo. Una dimostrazione di realpolitik, che rende inutili e sterili le critiche di Jean-Claude Juncker nei confronti di Donald Trump. Il primo, presidente della Commissione europea, ha criticato il secondo, presidente eletto degli Stati Uniti d’America. Secondo Juncker Trump non conoscerebbe il mondo, perché ancora non ha contattato l’Ue. Ma probabilmente Juncker si sbaglia: Trump ha chiaro chi comanda in Europa, ed esattamente come Putin parla con chi conta davvero.