Bruxelles – Ministri che litigano, funzionari impreparati e troppo scarsi di numero, una premier che decide da sola senza attenzione “ai dettagli”. Secondo un memorandum segreto stilato all’interno del governo britannico il processo verso la Brexit è nel caos più completo.
E’ stato il The Times, storico quotidiano britannico, a rivelare il documento, che è datato al sette novembre scorso.
Le questioni sono essenzialmente due: una politica ed una amministrativa. Il governo di Theresa May è diviso tra falchi e colombe. Ci sono da una parte i ministri per la Brexit, Boris Johnson (Esteri), David Davis (Negoziato Brexit) e Liam Fox (Commercio estero) che sono premono per una “Brexit dura”, un’uscita totale dall’Europa, fuori dall’Unione Europea e fuori anche dal Mercato Unico, e altri due ministri di peso, Philip Hammond (Tesoro) e Greg Clark (Imprese), che vorrebbero invece una Brexit morbida, fuori dall’Ue ma nel mercato Unico, come vorrebbero banche e aziende britanniche.
Secondo il memorandum potrebbero essere necessari altri sei mesi perché il governo decida la sua linea negoziale, il che farebbe saltare la data annunciata per l’avvio delle procedure di separazione al prossimo marzo.
C’è poi la questione amministrativa. Riordinare e modificare quaranta anni di leggi approvate come Stato membro dell’unione non è cosa semplice (e tra l’altro ci sono migliaia di questioni minori, come che cosa, materialmente è di chi: pezzi di palazzi, auto, insomma, i beni mobili dei Ventotto).
Sul piano legislativo il documento cita “oltre 500 progetti, ben oltre la capacità dei funzionari governativi” e sostiene che siano necessari almeno “30 mila esperti e specialisti” in più rispetto ai funzionari attuali.
C’è poi il “problema May”, accusata di “prendere decisioni da sola” senza considerare i dettagli e le conseguenze possibili. Su tutto pesa poi la spada di Damocle del ricorso deciso dal Governo alla Corte suprema contro la sentenza dell’Alta Corte che impone una dibattito e un voto parlamentare sull’apertura delle procedure di separazione dall’Ue e di indirizzo sui negoziati Brexit. La nuova sentenza non arriverà nel migliore dei casi prima di metà dicembre. Il rischio è, anche qui, un ritardo sull’avvio dei negoziati di separazione previsto da May per fine marzo.