Bruxelles – Assicurare che l’Europa disponga di strumenti di difesa commerciale che siano in grado di fronteggiare le realtà attuali. E’ l’biettivo della proposta presentata dalla Commissione europea per un nuovo metodo di calcolo del dumping sulle importazioni da paesi nei quali esistono considerevoli distorsioni di mercato o in cui l’influenza dello Stato sull’economia è pervasiva. La proposta, che introduce modifiche alla normativa antidumping e antisovvenzioni dell’Ue, è stata preceduta da un’ampia consultazione pubblica ed è accompagnata da una valutazione d’impatto.
Per inquadrare la proposta della Commissione si deve tener conto della sollecitazione del Consiglio europeo di ottobre che ha invitato al raggiungimento di un accordo urgente ed equilibrato sulla modernizzazione globale di tutti gli strumenti di difesa commerciale entro la fine del 2016. La riforma del metodo di calcolo del dumping costituirebbe un importante tassello delle riforme necessarie e andrebbe ad affiancare la modernizzazione degli strumenti di difesa commerciale (Tdi) proposta nel 2013.
Il nuovo metodo antidumping si applicherebbe ai procedimenti avviati a decorrere dall’entrata in vigore delle nuove norme. La proposta prevede anche un periodo transitorio durante il quale tutte le misure antidumping attualmente in vigore, come pure le inchieste in corso, resterebbero soggette alla normativa attuale. La Commissione ha inoltre proposto un rafforzamento della normativa antisovvenzioni affinché in futuro eventuali nuove sovvenzioni emerse nel corso di un’inchiesta possano essere a loro volta oggetto dell’inchiesta e prese in considerazione all’atto dell’istituzione dei dazi definitivi. Spetta adesso al Parlamento europeo e al Consiglio prendere una decisione sulla proposta tramite la procedura legislativa ordinaria.
Le attuali norme prevedono che in normali condizioni di mercato il dumping sia calcolato confrontando il prezzo all’esportazione verso l’Ue di un dato prodotto con i suoi prezzi o costi sul mercato interno del paese esportatore. Questo metodo sarà mantenuto e integrato da uno nuovo che varrà senza distinzioni nei confronti di qualsiasi paese. Si applicherà ugualmente a tutti i membri dell’Organizzazione mondiale del commercio (Omc) e terrà conto delle considerevoli distorsioni che si manifestano in determinati paesi. I membri dell’Omc non faranno più parte di un elenco di paesi sottoposti al cosiddetto metodo del “paese di riferimento”. Quest’ultimo metodo sarà riservato ai paesi che non sono membri dell’organizzazione e non sono retti da un’economia di mercato.
Per determinare i casi di distorsione saranno presi in considerazione diversi criteri tra cui le politiche e l’influenza dello Stato, la presenza diffusa di imprese di proprietà dello Stato, la discriminazione a favore delle imprese nazionali e l’indipendenza del settore finanziario. La Commissione redigerà relazioni specifiche per paese o per settore nelle quali saranno individuate le distorsioni. Come accade già oggi, sarà compito dell’industria dell’Ue presentare le denunce, ma essa potrà avvalersi delle relazioni della Commissione a sostegno delle proprie tesi.
Qui un memo per saperne di più.