Bruxelles – Le congratulazioni di rito ma soprattutto un invito a vedersi presto perché è necessario ribadire che gli Stati Uniti sono ancora a tutti gli effetti un membro dell’Alleanza Atlantica pronto a rispettare gli impegni presi. Dalle prime parole del segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, dopo l’elezione di Donald Trump, traspare soprattutto il bisogno di ricevere rassicurazioni dopo le preoccupanti prese di posizione del neo-presidente americano che, in campagna elettorale, ha chiarito di volere mantenere la partecipazione Usa all’Alleanza atlantica ma anche di essere pronto ad aiutare solo quegli alleati che “pagano”. Un messaggio agli Stati membri che non rispettano il target di spese del 2% del Pil sulla Difesa: in pratica tutti, tranne cinque.
“Mi congratulo con Trump per la sua elezione a presidente degli Stati Uniti e sono ansioso di lavorare con lui”, ha esordito Stoltenberg, sottolineando che “i legami transatlantici devono rimanere forti” perché “fronteggiamo un nuovo ambiente di sicurezza impegnativo” a causa di “guerre ibride, attacchi cibernetici e terrorismo”. In questo contesto “una Nato forte è un bene per l’Europa ma anche per gli Stati Uniti”, ha evidenziato Stoltenberg ricordando a Trump che “tutti gli alleati hanno preso un impegno solenne a difendersi a vicenda e questo è qualcosa di assoluto e incondizionato”.
Insomma, l’argomento secondo cui gli Stati Uniti aiuteranno solo gli Stati che più si impegnano, contravverrebbe al principio alla base dell’Alleanza. “Sono ansioso di incontrare il presidente Trump, di sedermi con lui e di accoglierlo al prossimo summit Nato a Bruxelles per discutere come possiamo tutti essere all’altezza dei nostri impegni previsti dai trattati per fornire una difesa collettiva basata sull’idea ‘tutti per uno, uno per tutti’”, ha chiarito Stoltenberg, ricordando tra l’altro che l’unica volta che è stata attivata la clausola di difesa collettiva prevista dall’articolo 5 del trattato, è stata dopo l’11 settembre e cioè per venire in soccorso proprio degli Stati Uniti. Allora “centinaia di soldati Nato dall’Europa, dal Canada e anche dalle nazioni partner sono stati dispiegati e hanno contribuito agli sforzi contro il terrorismo”, ha ricordato il segretario generale, second cui “la Nato non è importante solo per la difesa collettiva in Europa ma anche contro il terrorismo internazionale”.