Bruxelles – Non è più un sogno, ma una realtà concreta. La nuova frontiera delle energie rinnovabili si chiama “ocean energy”, l’energia prodotta con il movimento delle onde, maree, correnti, con le differenze di temperatura o di gradiente salino. Di questo si è parlato durante il tradizionale incontro annuale “Ocean Energy Europe” a Bruxelles, in cui si sono riuniti stakeholders, aziende ed esperti del settore.
La conferenza di quest’anno, a differenza del passato, ha qualcosa di speciale: per la prima volta le aziende che da anni investono in questa nuova forma di energia non stanno lavorando solo a progetti sperimentali, ma hanno messo nelle acque dell’oceano alle porte delle coste europee tecnologie concrete da cui già si sta ricavando energia elettrica.
L’obiettivo è arrivare entro il 2050 alla produzione del 10% dell’energia elettrica europea con l’energia marina, che “equivale a una riduzione giornaliera di 276 milioni di tonnellate di emissioni di Co2”, ha spiegato il Commissario dell’Energia Karmenu Vella, “aggiungendo che “parliamo di un mercato globale di 53 miliardi di euro l’anno. Ma non si tratta solo di soldi, piuttosto di lavoro”. Secondo le previsioni della Commissione il nuovo mercato energetico, finanziato anche attraverso i fondi europei di Horizon 2020 per il 2014-2020, garantirà 400mila nuovi posti di lavoro.
“Quasi metà di tutte le aziende globali che producono energia dalle onde e dalle maree hanno la loro base in Europa”, ha aggiunto Vella. Secondo le stime dell’Ocean Energy Europe entro il 2050 in Europa potrebbero essere impiegati 100 GW prodotti con l’energia marina.
Quattro importanti aziende europee attive sul fronte dell’ocean energy, che insieme hanno una produzione di 1.5GW di energia marina, durante l’incontro hanno raccontato le loro esperienze. Tra queste anche l’italiana Enel che collabora con alcune startup italiane come “Wave for Energy”, spin-off del Politecnico di Torino e “40South Energy” di Marina di Pisa in Toscana.
Come tutte le energie rinnovabili e alternative, all’inizio la principale incognita resta quella del costo dell’energia. Bisogna dunque produrre energia in modo “cost competitive”. Lo spiega Riccardo Amoroso, responsabile innovazione e sostenibilità per le energie rinnovabili di Enel. “Oggi è ancora caro. Bisogna cominciare da quei siti in cui il costo dell’energia è più alto, sostituendo modi di fare energia che di suo sono già cari, per esempio, le piccole isole alimentate a diesel dove i costi sono alti abbastanza da giustificare la sostituzione con l’energia marina”.
Come non si può vivere solo di solare o di eolico, lo stesso non si può pensare di fare dell’energia marina l’unica risorsa per il fabbisogno energetico attuale. Per questo secondo Amoroso bisogna pensare a un sistema integrato delle risorse energetiche in cui “mettendo insieme più tipologie di energia: marina, solare, che è la tecnologia rinnovabile oggi più competitiva ed economica, uno storage che gestisca questa mini-rete e il diesel che lavora come backup per fornire eventuali eccedenze di energia”.