Bruxelles – Tra Roma e Bruxelles non c’è “nessun clima di fastidio” dopo il botta e risposta di ieri tra Jean-Claude Juncker e Matteo Renzi sulla flessibilità che l’Italia chiede con insistenza. Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan getta acqua sul fuoco delle polemiche parlando in conferenza stampa al termine del Consiglio Ecofin a Bruxelles. “Con tutti gli interlocutori”, ha assicurato il ministro “non c’è stato molto più commento di quello che merita questa questione”.
Padoan ha concesso che tra la Commissione Barroso e quella Juncker “c’è stata una svolta nelle politiche”, che ha ridotto l’austerità, ma ha rivendicato “ c’è stata e forse soprattutto grazie all’azione che la presidenza italiana dell’Ue del 2014 ha fatto da punto di vista delle priorità economiche”. Per Padoan “la flessibilità per riforme e investimenti è frutto di quel dibattito”, anche se va “reso atto alla Commissione di aver recepito e tradotto in termini utili e operativi i principi generali” proposti dall’Italia durante il suo semestre di guida dell’Ue.
Entrando nel dettaglio delle attuali richieste di flessibilità, Padoan ha specificato di aver presentato a Bruxelles “non solo numeri ma una documentazione molto elevata e densa di informazioni”, sia per quanto riguarda le spese eccezionali per l’accoglienza dei migranti (che il nostro Paese “fa per l’Italia ma anche per l’Europa”), che per il terremoto. Quelle per i migranti sono “più facilmente identificabili anche in termini quantitativi”, e certificherebbero che “l’Italia spende molto di più, da molto prima”.
Domani comunque la Commissione presenterà la previsioni d’autunno, e lì i numeri dell’economia del nostro Paese saranno messi nero su bianco. Con le previsioni fatte dal nostro Paese “la mia sensazione è che ci saranno lievi differenze ma non scostamenti significativi”, ha dichiarato Padoan che ha anche rivendicato “una crescita all’1%”, e il fatto che il nostro debito “nel 2016 si sta stabilizzando e nel 2017 scenderà”.