Bruxelles – Continua la stretta nella Turchia di Recep Tayyip Erdoğan contro l’opposizione. Ieri sera (giovedì) sono stati arrestati i due leader del Partito Democratico dei Popoli (HDP), la principale formazione curda del Paese e terzo partito nel parlamento turco con 59 seggi su 550 totali, insieme ad altri nove deputati mentre altri due, pur destinatari di mandato di un mandato di arresto, sono all’estero. Selahattin Demirtaş e Figen Yüksekdağ sono stati fermati rispettivamente ad Ankara, la capitale della Turchia, e a Diyarbakir, la principale città curda nel sud-est del paese, con l’accusa di non avere collaborato con le autorità in alcune indagini legate alla “propaganda terroristica” ed essersi rifiutati da andare a testimoniare.
Ue e Italia “preoccupate” – L’Unione europea si dice “estremamente preoccupata” per gli arresti di Demirtas e di Yüksekdağ e fa sapere di essere in contatto con le autorità turche e di avere convocato un meeting degli ambasciatori Ue ad Ankara. Questi sviluppi “compromettono la democrazia parlamentare in Turchia e peggiorano la già tesa situazione nel Sud est del Paese”, afferma Federica Mogherini in una nota aggiungendo che “l’Ue considera che azioni contro il Pkk, inserito nella lista delle organizzazioni terroristiche anche dall’Ue, siano legittime”, ma che “queste azioni non devono minare i principi base della democrazia”. Perciò, conclude l’Alto rappresentante, “ci aspettiamo che la Turchia salvaguardi la sua democrazia parlamentare e il rispetto dei diritti umani e dello stato di diritto”.
Il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz denuncia che “con questa ultima serie arresti di personalità di alto profilo, una continuazione della repressione verso altri rappresentanti eletti dell’Hdp, le autorità turche non stanno solo spingendo la Turchia più lontano dalla democrazia, ma stanno anche girando le spalle ai valori, i principi, le norme e le regole alla base delle relazioni Ue-Turchia”. Secondo il politico tedesco da parte dei responsabili dell’Unione europea “questi eventi devono essere affrontati con urgenza. La Turchia è un paese candidato all’adesione all’Unione europea ed è un membro dell’Unione doganale. La linea di azione da parte del governo mette in discussione le basi per un rapporto sostenibile tra l’Ue e la Turchia, l’impegno del governo turco verso valori democratici e alle sue aspirazioni europee”.
Proteste anche dal ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentiloni che si dice “preoccupato” e sottolinea: “L’Italia chiede il rispetto dei diritto dell’opposizione parlamentare”.
Extremely worried for arrest of @hdpdemirtas & other @HDPgenelmerkezi MPs. In contact w/ authorities Called EU ambassadors meeting in Ankara
— Federica Mogherini (@FedericaMog) November 4, 2016
Preoccupato per arresto stanotte di @hdpdemirtas e altri deputati Hdp in Turchia. Italia chiede rispetto diritti opposizione parlamentare
— Paolo Gentiloni (@PaoloGentiloni) November 4, 2016
“Arresti motivati politicamente” – “Dopo i giornalisti, i deputati dell’opposizione, e il blocco di internet e di ogni accesso ai social siamo al fascismo, alla dittatura, alla repressione di ogni diritto. Cosa aspetta la Mogherini ad intervenire?”, si è domandata l’eurodeputata Gue Eleonora Forenza, che ha chiesto all’Europa di “interrompere subito gli accordi commerciali e quello sui migranti con la Turchia”. “Questi arresti non sembrano essere basati su prove penali, al contrario, sembrano essere esclusivamente motivati politicamente e la nostra opinione è che la leadership turca continua a etichettare un numero crescente di persone come “criminali” semplicemente perché esprimono il dissenso alle politiche del governo o perché si ritiene che dissentano”, ha dichiarato il leader del Pse Sergei Stanishev secondo cui “questo è il peggior tipo di repressione politica”, una cosa “inaccettabile secondo i nostri valori fondamentali europei”, che “spinge la Turchia lontano dall’Ue”.
La co-presidente del Partito Verde Europeo Monica Frassoni, in una nota esprime “crescente preoccupazione per lo spargimento di sangue nel Diyarbakir e per gli sviluppi di tipo autoritario in Turchia, che sono lontani dall’allentare le tensioni e facilitare la pace prendendo spietatamente di mira i nemici sbagliati”.
I verdi europei, dice Frassoni, “sono convinti che l’Ue e i suoi Stati membri sbaglierebbero nel continuare a chiudere un occhio di fronte ai gravi eventi in Turchia nell’illusione di mantenere un fragile accordo per bloccare i migranti e i rifugiati. Giocare con i valori non rafforzerà la nostra credibilità, abbiamo invece il dovere di aiutare e sostenere le forze democratiche in Turchia”.
Attentato a Diyarbakir – Poche ore dopo gli arresti c’è stato un attentato terroristico a Diyarbakir, con l’esplosione provocata da un’autobomba nei pressi di un edificio della polizia. Secondo il ministro ci sono 8 morti tra civili e polizia, le autorità hanno già imposto il silenzio stampa e nella notte sono stati segnalati grossi problemi a tutti i principali social network. Il gruppo di monitoraggio Turkey Blocks denuncia che l’accesso ai principali social media è stato bloccato nella notte in Turchia. Facebook, Twitter e Youtube risultano inaccessibili dall’1.20 ora locale, si legge sul sito del gruppo. Restrizioni sono state imposte anche ai servizi di messaggistica di WhatsApp e Instagram, per la prima volta a livello nazionale negli ultimi anni. Secondo Turkey Blocks, l’oscuramento è legato all’arresto di 11 parlamentari del partito pro-curdo Hdp, nell’ambito di indagini antiterrorismo.