Bruxelles – La campagna della sindaca di Torino Chiara Appendino per promuovere una dieta più salutare nel capoluogo piemontese non ha fatto discutere solo in Italia ma anche all’estero. Ne parla ad esempio il quotidiano inglese “The Guardian”, che oggi titola “Una Torino senza carne? La ‘prima città vegetariana’ d’Italia è una ricetta per il disastro?”: la perplessità di fronte a un tale programma sorge spontanea, data la lunga tradizione culinaria piemontese, dove molti piatti e prodotti tipici sono a base di carne. Finora, riporta il giornale inglese, l’esito della campagna avviata a luglio non è stato dei più positivi: non sono mancate battute e opposizioni da parte della popolazione locale, che hanno trovato voce soprattutto sui social media. Altri giornali e blog di tutto il mondo hanno riportato la notizia da quando la campagna di Appendino ha preso il via. Il giornale francese “Les Echos” ha apprezzato l’iniziativa e scritto che “nessuna città italiana finora era andata tanto lontano nella sua volontà di proteggere l’ambiente” ma ritiene che la sindaca “non dovrebbe sottovalutare la sfida” che l’attuazione del suo programma comporta. Anche “Le Figaro” si mostra dubbioso su come la proposta di Appendino possa avere successo in una regione dove la produzione di carne “costituisce un settore industriale molto presente”. Molto scetticismo si legge fra le righe di media anche belgi, tedeschi, svizzeri e russi, ma non mancano le reazioni a favore della campagna: dal Brasile c’è chi descrive l’iniziativa come “un movimento senza precedenti nel comune italiano e forse anche nel mondo”.
Una campagna alimentare per promuovere uno stile di vita e un’alimentazione più sostenibili, questo è l’obiettivo della sindaca, che aveva già chiarito, poco dopo il lancio della campagna, che naturalmente “ognuno è libero di mangiare ciò che preferisce e lo sarà sempre”, un’iniziativa che, come tutti i progetti più ambiziosi, non manca tutt’oggi di suscitare reazioni forti e contrastanti sia a livello locale che globale: scetticismo, reticenza e sarcasmo sono le note dominanti fra i tradizionalisti, mentre ambientalisti e animalisti auspicano la buona riuscita della campagna. La vice-sindaca Stefania Giannuzzi ha spiegato che non si aspetta un cambiamento favorevole alla campagna in tempi brevi, quello che auspica è che questa riesca a essere “l’inizio di un lungo processo per cambiare le sensibilità”.