Bruxelles – Quando sono arrivati ieri mattina hanno trovato il loro ufficio chiuso con i sigilli. Gli attivisti dell’ufficio di Mosca di Amnesty International denunciano, in un post sul sito internet dell’organizzazione, che non sono riusciti ad entrare nel luogo in cui ogni giorno vanno a lavorare: la serratura era stata cambiata. Sulla porta hanno trovato un avviso dalle autorità cittadine di Mosca con l’avvertimento di non entrare.
“Non sappiamo cosa abbia spinto le autorità di Mosca a impedire al nostro staff ad accedere al luogo di lavoro, un’inaspettata sorpresa prima della quale non abbiamo ricevuto nessun avviso”: ha spiegato John Dalhuisen, Direttore di Amnesty International Europa e Centro-Asia.
In loro difesa si è schierata l’Alto Rappresentante per la Politica estera dell’Unione europea Federica Mogherini: “Siamo in contatto con Amnesty International, sia dalla loro sede europea che da Mosca, e continuano ad affermare che le ragioni fornite da Mosca sono completamente inesatte”.
I motivi dell’atto sono tuttora sconosciuti. “Dato l’attuale clima che si respira nella società civile russa, ci sono alcune spiegazioni plausibili, ma è troppo presto trarre delle conclusioni”, scrive nella nota l’organizzazione per la difesa dei diritti umani, “Stiamo lavorando per risolvere la situazione il prima possibile, sperando che ci sia una spiegazione amministrativa chiara su questo contraccolpo al nostro lavoro”.
“Ci aspettiamo che le autorità competenti in Russia risolvano immediatamente il caso e assicurino il libero accesso a tutti i membri dello staff al posto di lavoro” ha dichiarato Mogherini, “Ad Amnesty International, come a tutte le organizzazioni per i diritti umani, non deve essere impedito di fare il loro importante lavoro”. Lo staff di Amnesty si dichiara aperto a incontrare le autorità locali che tuttavia al momento non hanno dato nessuna risposta.