Bruxelles – Ieri è stato firmato a Bruxelles l’accordo commerciale tra Ue e Canada, il Ceta.
Ecco cosa succederà ora:
Il Ceta elimina le restrizioni e apre i mercati al libero scambio di beni e servizi. Non solo. Permette l’ingresso di soggetti europei e canadesi alle rispettive gare d’appalto domestiche, e promuove il mutuo riconoscimento delle qualifiche professionali e la possibilità di trasferire lavoratori. L’eliminazione delle barriere commerciali produrrà, secondo le stime della Commissione Ue, un aumento dei volumi di affari fino a 12 miliardi di euro l’anno, con l’abbattimento fino a 500 milioni di euro l’anno dei costi all’esportazione. L’accordo porterà alla creazione di nuovi posti di lavoro.
- La Commissione europea, responsabile dell’accordo (i negoziati sono stati avviati nel 2009 e conclusi nel 2014), ottiene la tutela dei marchi di indicazione geografica per i prodotti alimentari (143 prodotti). Spariranno dal mercato, dunque, le contraffazioni canadesi dei cibi. Un tema caro in particolare all’Italia. Il “made in” beneficerà con il Ceta di una tutela supplementare. Restano fermi gli standard ambientali e di sicurezza alimentare: i cibi canadesi distribuiti nel mercato unico dovranno rispettare i vincoli comunitari su ogm e ormoni della crescita.
- Le controversie commerciali saranno affidate a un tribunale ad hoc (Ics), i cui membri saranno nominati da Canada e Ue tra giuristi. Non sarà un organismo privato in mano a privati, dunque. Sulla composizione e il funzionamento dovrà pronunciarsi la Corte di Giustizia europea.
- Il trattato, per entrare effettivamente in vigore, avrà bisogno della ratifica dei Parlamenti nazionali dei 28 Paesi membri dell’Ue. Solo allora potrà essere vincolante in ogni suo aspetto. Gli Stati membri sono d’accordo e non sembra ci saranno sorprese nei vari iter parlamentari. Nel frattempo il trattato Ceta può operare in via provvisoria, dopo che i ministri dei Ventotto daranno il loro assenso e dopo che lo avrà dato anche la Plenaria del Parlamento europeo, probabilmente il prossimo gennaio (sessione del 16-19 gennaio). L’accordo transitorio non si applica all’Ics, che verrà istituito a ratifiche nazionali avvenute.