Leggo uno strano articolo sul Giornale (“L’ultima truffa del premier: impossibile il veto in Europa“) in cui si riportano frasi di Brunetta che disquisisce in modo saccente sulla presunta impossibilità, per il presidente del Consiglio Matteo Renzi di porre il veto – come invece sta minacciando da qualche tempo, un giorno sì e l’altro pure – al prossimo bilancio Ue, per togliere il finanziamento dei fondi strutturali ai Paesi come l’Ungheria che non accolgono la loro quota di rifugiati dall’Italia (e dalla Grecia), violando gli obblighi delle “relocation” .
E’ un nonsenso: come l’articolo stesso spiega, il veto di un solo Paese non è possibile sul bilancio comunitario annuale (che riguarda l’allocazione dei capitoli di spesa), ma è previsto e può essere usato (ed è stato usato, in passato da altri Paesi) sul quadro di bilancio pluriennale, che decide le risorse (le entrate) e quindi le contribuzioni finanziarie di ogni Stato membro, per un periodo di programmazione di sette anni. E’ chiaramente a questo che Renzi si riferisce, e la sua minaccia è credibile, fondata politicamente e giuridicamente, checché ne dica Brunetta, che d’altra parte lo sa benissimo (è stato europarlamentare).
Quello che fa ridere, a parte l’acritico resoconto del giornalista che non si è preso la pena di verificare, è la frase secondo cui del nuovo quadro di bilancio pluriennale “si parlerà non prima del 2020, quando scadrà la programmazione dei fondi comunitari attualmente in vigore”, con il commento sarcastico di Brunetta secondo cui “non sembra essere questo il punto”. Invece il punto è proprio questo: la discussione sul quadro di bilancio pluriennale (2021-2027) comincerà fra pochi mesi, come d’altronde ha detto più volte Renzi: nel 2017. Ed è normale che sia così, visto che i negoziati sono lunghi e complessi e tutto deve essere pronto entro il 2020. L’articolo del Giornale, insomma, è una bufala.