Bruxelles – I figli degli immigrati hanno molta difficoltà ad integrarsi, sono scarsamente scolarizzati e fanno fatica a trovare lavoro? Una brutta favola che non ha alcuna aderenza con la realtà. A dimostrarlo sono i dati diffusi da Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea, sugli immigrati di seconda generazione cioè chi è nato un Paese ma da genitori immigrati. Questi, risulta dai dati, non solo non incontrano nel percorso di istruzione alcuna difficoltà ma, anzi sono mediamente più scolarizzati dei figli dei cittadini doc del Paese in questione. E non di poco: in percentuale, nel 2014, nell’Ue il 37,5% degli immigrati di seconda generazione tra i 25 e i 54 anni aveva completato l’università, contro appena il 30,9% di figli di cittadini Ue. E la situazione non cambia se si parla di migranti intra-Ue o extra-Ue: tra i figili di migranti intra-Ue la percentuale di laureati è pari al 38,5% mentre tra i figli di chi giunge da fuori dall’Ue è del 36,2%, comunque molto più elevata rispetto a quella dei figli di europei.
La tendenza è evidente anche in Italia: nel nostro Paese il 26,7% dei figli di immigrati è laureato contro il 19,1% dei figli di europei. La situazione cambia comunque molto da Paese a Paese. Il gap è significativo a favore dei figli di migranti anche in Portogallo, a Cipro, Malta, in Ungheria e nel Regno Unito. Il dato si inverte invece in Belgio, Lussemburgo, Lettonia, Repubblica Ceca e Finlandia dove gli immigrati di seconda generazione sono risultati meno altamente scolarizzati che i figli dei cittadini del Paese.
E non solo i figli di immigrati sono in media più scolarizzati dei figli di cittadini Ue ma lavorano anche (leggermente) di più. Nel 2014, in tutta l’Ue, il 79% degli immigrati di seconda generazione tra i 25 e i 54 anni aveva un lavoro contro il 78,6% dei figli di europei. In questo caso però la differenza si sente: gli occupati tra i figli di migranti intra-Ue sono l’81,1% mentre tra i figli di migranti extra europei si scende al 74%. l’Italia va in leggera controtendenza: nel Paese lavorano il 66,7% di figli di immigrati contro il 68,6% di italiani figli di italiani. Lo stesso andamento si registra in Belgio, Croazia, Lettonia, Malta, Slovenia, Austria e Germania. I figli di immigrati lavorano invece di più degli autoctoni in Ungheria, Bulgaria, Lussemburgo, Portogallo, Finlandia e Polonia.