Bruxelles – Ci sarebbe una condivisione di base, da parte della Commissione europea, sull’idea di scorporare dal patto di stabilità le spese sostenute dagli Stati per progetti comuni nel settore della Difesa. A riportarlo è il ministro della Difesa italiano, Roberta Pinotti, che a margine della ministeriale Nato in corso a Bruxelles è tornata sulla possibilità di non calcolare i costi di sicurezza e difesa ai fini del calcolo del debito e del deficit. L’Italia, ha spiegato Pinotti, non chiede di scomputare tutte le spese, capendo che si tratterebbe di una proposta troppo “hard”, ma “almeno per quello che riguarda i progetti comuni” come “le spese per le missioni europee oppure per i progetti industriali che riguardano tutta l’Unione europea”, secondo Roma “ci potrebbero essere spese tolte dal patto di stabilità”.
L’idea, ha ricordato Pinotti, era già contenuta, anche se non esplicitamente, sia nella proposta italiana per una difesa comune, sia nel piano a quattro che il nostro Paese ha messo a punto insieme a Francia, Germania e Spagna. In entrambi i documenti si chiedono “incentivi finanziari” per “progetti cooperativi” a livello europeo nel settore militare. La possibilità di non conteggiare le spese per investimenti comuni a livello europeo nel settore della difesa “non esiste ancora” ma abbiamo sentito il presidente Hollande che ha proposto un fondo per la Difesa, abbiamo sentito il ministro delle finanze tedesco che ha ripreso questo tema, l’Italia lo propone da tempo e quindi speriamo che finalmente ci sia questa possibilità nelle decisioni future dell’Europa”, ha auspicato Pinotti, mostrandosi comunque ottimista su una possibile apertura della Commissione: “C’è una disponibilità”, ha detto il ministro: “La decisione non è ancora stata assunta ma la condivisione della prospettiva sì”.