Strasburgo – È un premio al loro coraggio e alla loro determinazione nel denunciare e combattere l’orrore dello Stato islamico in Iraq quello conferito dal Parlamento europeo a Nadia Murad Basee e Lamiya Aji Bashar. Strasburgo ha deciso di assegnare il Sakharov alle attiviste e avvocatesse yazide, sfuggite all’Isis dopo un lungo periodo di prigionia e violenze fisiche e sessuali.
“Entrambe hanno vissuto una storia drammatica entrambe, i loro familiari sono stati uccisi davanti ai loro occhi e poi sono state rese schiave del sesso e umiliate”, ma “hanno lottato per sopravvivere e sono fuggite, e lo hanno fatto anche perché lo dovevano a chi avevano lasciato indietro, lo hanno fatto per dare testimonianza e per lottare contro l’impunità di chi ha perpetrato reati incredibili”, ha dichiarato il presidente Martin Schulz nel dare l’annuncio della vittoria del premio Sakharov per la libertà di pensiero e espressione al Parlamento di Strasburgo. Nadia Murad Basee e Lamiya Aji Bashar “ci esortano a fare quello che fanno loro: lottare contro la strategia omicida dello Stato islamico e difendere la loro comunità religiosa. Sono la voce di tutte le vittime del traffico di esseri umani e lottano per la dignità e libertà individuale”, ha continuato Schulz secondo cui con alle due donne del Sakharov l’Europa vuole dire loro che “la loro lotta non è stata vana e che i deputati si impegnano ad assisterle nella loro battaglia contro la brutalità il terrore e la morte dell’Isis a cui sono esposte ancora troppe persone”.
Murad Basee e Aji Bashar, nominate da socialisti e liberali, sono state entrambe prigioniere dello Stato islamico che le ha schiavizzate nell’estate del 2014, quando Kocho, il loro villaggio nel nord dell’Iraq, venne distrutto dalle truppe dell’Isis. Sono riuscite a fuggire e ora si battono per il rispetto dei diritti delle donne e delle minoranze. Murad in particolare sta lavorando per il riconoscimento del genocidio degli Yazidi, una comunità religiosa alla quale entrambe le finaliste appartengono. Gli altri due candidati in lizza erano il membro del Parlamento ucraino e leader tataro Mustafa Dzhemilev e il giornalista dissidente turco Can Dündar.