Strasburgo – Di fronte allo stallo del Ceta, bloccato dalla decisione contraria del Parlamento vallone, il gruppo dei liberali al Parlamento europeo propone una via d’uscita per questo momento critico, ma anche per il futuro. “Non è importante che si tenga o meno il 27 il summit Ue-Canada”, ma che “nel Consiglio Ue dell’11 novembre, i ministri del Commercio possano sottoscrivere” l’accordo commerciale, ha dichiarato il leader dei liberali Guy Verhofstadt in conferenza stampa a Strasburgo. Se però “una delle autorità nazionali o regionali non sarà disposta” a ratificarlo, “allora quello che propongo è molto semplice: che il Consiglio cambi la proposta della Commissione, che ha definito il Ceta accordo misto, lo riporti ad essere un accordo solo Ue”.
Un accordo misto deve essere approvato da 38 parlamenti dell’Ue, quelli nazionali dei 28 Stati membri ma anche quelli regionali se hanno le competenze come quello della Vallonia, mentre un accordo solo Ue deve passare al vaglio soltanto di Consiglio e Parlamento europeo. Per Verhofstadt una procedura più snella “semplificherebbe molto le cose”, e per questo l’Europa deve capire che “dobbiamo tornare agli accordi commerciali come di competenza solo Ue ed evitare accordi misti in cui 38 autorità devono dare il loro consenso”.
Per Verhofstadt “il Ceta non è morto, nonostante tutta la stampa dica che è finito” e il Parlamento europeo “ha intenzione di discutere la questione con la ratifica a gennaio anno prossimo”.
In generale in Europa per il liberale “c’è un problema istituzionale che ha un nome: l’unanimità”, e questo in Consiglio si è visto con il Ceta “ma anche sulla questione dei migranti e sulle sanzioni alla Russia”.