Roma – L’Aula di Montecitorio ha dato il primo via libera alla proposta di legge per la protezione dei cittadini minorenni di Paesi extra Ue, tema affrontato oggi anche a Strasburgo, nella sessione Plenaria del Parlamento europeo. Il provvedimento, che passa ora al Senato, prevede il divieto assoluto di respingere minori alla frontiera. I casi di espulsione saranno consentiti per il “superiore interesse del minore” al ricongiungimento con i familiari, ma solo una volta ascoltato il soggetto interessato e il suo tutore, e tenuto conto delle indagini sul contesto familiare. In questi casi, il giudice per i minori dovrà decidere “tempestivamente” e “comunque non oltre i 30 giorni”.
L’identificazione deve essere accertata dalle autorità di pubblica sicurezza “coadiuvate da mediatori culturali” e in presenta del tutore. Se non basta il ricorso a un documento anagrafico e alla collaborazione delle autorità diplomatiche, si possono predisporre “esami socio-sanitari”. Analisi che andranno condotte “utilizzando modalità meno invasive possibili e rispettose dell’età presunta, del sesso e dell’integrità fisica e psichica della persona”. A conclusione del processo identificativo, è previsto il foto-segnalamento che però “non comporta” l’inclusione del minore “nel Sistema di identificazione dattiloscopica europea”.
Riguardo all’accoglienza, si prevede di inserire i soggetti nel Sistema di protezione per i richiedenti asilo e rifugiati (Sprar), assegnando una destinazione sulla base “delle esigenze e delle caratteristiche” che emergeranno dai colloqui con il personale qualificato che ha il compito di redigere una “cartella sociale, evidenziando elementi utili alla determinazione della soluzione di lungo periodo migliore nel superiore interesse del minore”. Le strutture dovranno essere attrezzate per minori e accreditate o autorizzate ai sensi della normativa in materia. Prevista la possibilità di affido familiare o in comunità di accoglienza.
Il testo prevede che l’affidamento ai servizi sociali possa prolungarsi fino al ventunesimo anno di età, e le scuole devono adottare le “opportune misure” per “favorire l’assolvimento dell’obbligo scolastico formativo”. Andrà inoltre predisposto un programma di assistenza ad hoc “che assicuri adeguate condizioni di accoglienza e di assistenza psicosociale, sanitaria e legale, prevedendo soluzioni di lungo periodo, anche oltre il compimento della maggiore età”.