Bruxelles – Erano convinti di aspettare da troppo tempo che le loro domande di asilo venissero trattate. Così un gruppo di circa 70 migranti, soprattutto provenienti da Pakistan e Bangladesh, hanno dato vita ad una violenta protesta all’interno del campo profughi di Moria, sull’isola di Lesbo. Secondo quanto riportato dalla polizia greca, i migranti hanno lanciato sassi e dato fuoco alle lenzuola all’interno dei container, tre dei quali sono rimasti danneggiati. Il portavoce dell’ufficio europeo per l’asilo, Easo, ha raccontato che, mentre erano in corso i colloqui con i richiedenti asilo, i migranti hanno iniziato a lanciare bombe molotov. Il personale Easo è quindi stato evacuato dal centro. Nessuno, né tra i migranti, né tra il personale al lavoro nella struttura è rimasto ferito ma le operazioni di identificazione sono state per il momento sospese.
A no of EASO mobile office were today damaged in Moria. All staff & migrants r safe. EASO Ops in Moria suspended for today pic.twitter.com/6OreZTrkVN
— EU Agency for Asylum – EUAA (@EUAsylumAgency) October 24, 2016
“Altri incidenti erano già accaduti in passato ma questo è il più grave”, ha commentato il direttore esecutivo dell’Easo, José Carreira. “Hanno bruciato i nostri uffici”, ha spiegato il portavoce dell’ufficio europeo per l’Asilo, Jean-Pierre Schembri, sottolineando: “Dobbiamo valutare i problemi di sicurezza e secondo noi serve una maggiore presenza della polizia greca sul posto”.
Più di 15mila migranti vivono ad oggi nei campi sovraffollati sulle isole greche più vicine alla Turchia. Sulla sola Lesbo sono bloccati circa 6mila migranti: il doppio di quanti i due campi profughi sull’isola potrebbero accoglierne.