Bruxelles – Alla fine passa la linea di Matteo Renzi che lo ammette: “Noi siamo stati tra i più decisi”. L’Unione europea condanna fortemente l’appoggio della Russia al regime siriano ma non si parla di sanzioni contro Mosca, come chiedevano invece Germania, Francia e Gran Bretagna. Nella notte tra giovedì e venerdì, al termine di una discussione durata più di quanto atteso, i Ventotto riuniti nel Consiglio europeo hanno deciso di emettere un comunicato, in sostanza molto aperto verso il confronto con Mosca, sul quale i capi di Stato e di governo hanno avuto poi una discussione specifica. “L’Ue sta valutando tutte le opzioni a disposizione qualora continuassero le atrocità in atto”, si limita a dire il documento concordato dai leader. Una versione riveduta e corretta rispetto alla formulazione della bozza di conclusioni messa a punto dagli sherpa alla vigilia del vertice, che era invece molto più dura: “L’Ue sta considerando tutte le opzioni, incluse ulteriori misure restrittive che colpiscano individui ed entità che supportano il regime, se le atrocità attuali dovessero continuare”.
Responsabile della limatura soprattutto il premier italiano: “Tutti noi siamo molto preoccupati, abbiamo approvato un documento che richiama l’esigenza di arrivare il più in fretta possibile a una tregua vera e al processo di transizione politica che da tempo aspettiamo, ma io credo che non abbia senso inserire anche qui un riferimento alle sanzioni”, ha spiegato Renzi lasciando i lavori, ricordando che “questa è anche la posizione approvata dai ministri degli Esteri di Stati Uniti, Francia, Germania e, un po’ meno convito, della Gran Bretagna lunedì“, quando si era parlato di possibili sanzioni solo nei confronti di individui ed entità siriane. “Le espressioni trovate – ha continuato Renzi – sono concordi nel dire che bisogna fare tutte le pressioni possibili per arrivare ad un accordo in Siria” ma “è difficile immaginare che questo abbia a che vedere con ulteriori sanzioni alla Russia. Minacciarle non è un deterrente – sostiene- ma è un alibi per discussioni interne”.
Per il premier con la Russia “dobbiamo mantenere un dialogo”, perché Mosca “può contribuire a risolvere questioni internazionali”. Ma, dice riferendosi all’Ucraina e condannando l’invasione russa, “la sovranità degli Stati non si può discutere”. Renzi sottolinea ancora che “il nostro miglior amico, da decenni, sono gli Stati Uniti, ma dobbiamo comunque valorizzare le ragioni della comunicazione e del dialogo”:
Il Consiglio europeo nel comunicato finale “condanna fermamente gli attacchi perpetrati dal regime siriano e dai suoi alleati, in particolare la Russia, contro le popolazioni civili di Aleppo. Li esorta a porre termine alle atrocità e ad adottare misure urgenti per garantire l’accesso umanitario senza restrizioni ad Aleppo e ad altre regioni del paese”, dice il documento approvato a Bruxelles. Il Consiglio chiede poi “la cessazione immediata delle ostilità e la ripresa di un processo politico credibile sotto l’egida delle Nazioni Unite. I responsabili delle violazioni del diritto internazionale umanitario e del diritto internazionale dei diritti umani devono rispondere delle loro azioni”.
“Occorre fare tutto il possibile per prolungare il cessate il fuoco, fornire aiuti umanitari alla popolazione civile e creare le condizioni per avviare negoziati su una transizione politica in Siria”, dicono poi i Ventotto, che invitano anche l’Alto rappresentante Federica Mogherini, che ha fortemente sostenuto la posizione di Renzi, a proseguire, insieme alla Commissione, l’iniziativa umanitaria e le evacuazioni sanitarie in cooperazione con le Nazioni Unite, “nonché a dialogare con gli attori chiave nella regione su una transizione politica e sui preparativi per la riconciliazione e la ricostruzione postbelliche”.