Bruxelles – Matteo Renzi aveva chiesto un confronto “strategico” tra i leader sulla Russia senza le pressione di dover prendere decisioni sul rinnovo di sanzioni in scadenza imminente. E invece a quanto pare anche la discussione che questa sera impegnerà a cena i capi di Stato e di governo riuniti a Bruxelles, non potrà evitare di toccare il tema di possibili misure restrittive, questa volta in relazione alla crisi siriana e in particolare alla situazione di Aleppo. Non si tratta certo di prendere oggi decisioni contro Mosca ma piuttosto di agitare lo spettro di nuove sanzioni come arma di pressione, laddove gli sforzi diplomatici paiono per ora avere sortito pochi risultati.
“L’Ue sta considerando tutte le opzioni, incluse ulteriori misure restrittive che colpiscano individui ed entità che supportano il regime, se le atrocità attuali dovessero continuare”, recita l’ultima bozza di conclusioni messa a punto dagli sherpa in vista della riunione dei leader. Un passo più in là, seppure piccolo, rispetto alle conclusioni della riunione dei ministri degli Esteri di questo lunedì che parlava di eventuali misure restrittive ma specificando che sarebbero state rivolte contro “individui ed entità siriane”. Ora la specifica è scomparsa così da non escludere nulla nemmeno nei confronti “degli alleati” del regime siriano “soprattutto la Russia”, recita la bozza di conclusioni, a cui si chiede di “porre fine alle atrocità e compiere passi urgenti per garantire un accesso umanitario senza ostacoli ad Aleppo e al resto del Paese”.
Sul tema ci sono da parte dei leader sensibilità diverse: “Oggi non dobbiamo prendere decisioni ma voglio sottolineare che l’Ue deve tenere aperte tutte le opzioni, incluse le sanzioni se i crimini continuano”, si mostra come sempre duro nei confronti di Mosca il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk arrivando al vertice. Dura anche la premier britannica, Theresa May che definisce “atrocità spaventose e nauseanti” quelle compiute da Mosca in Siria e insiste sulla necessità di “continuare a fare pressioni” sulla Russia. “Tutte le opzioni sono aperte se la tregua non sarà rispettata e se ci sarà la volontà di schiacciare una città come Aleppo”, chiarisce anche il presidente francese, François Hollande, dicendosi intenzionato a “convincere tutti gli europei che dobbiamo mettere tutta la pressione necessaria perché la tregua sia prolungata e l’aiuto umanitario sia portato alla popolazione martire”.L’Alto rappresentante per gli Affari esteri Ue, Federica Mogherini, prova a calmare gli animi: “Ovviamente tutte le opzioni sono sempre aperte”, concede, ma un approccio “basato su un equilibrio tra fermezza e dialogo sarà quello che ci terrà tutti insieme mantenendo l’unità di cui abbiamo bisogno nell’Ue”.