Roma – È un presidente del Consiglio sul piede di guerra quello che si accinge a partecipare al Vertice europeo di oggi e domani. Concludendo il suo viaggio negli Stati uniti, difende a spada tratta la manovra finanziaria, che a suo avviso “rispetta tutte le regole europee, comprese quelle che non condivide”, è “strategica sulla crescita”, perché “porta miliardi verso l’economia”, e “pensa ai cittadini”. Mentre da Bruxelles arrivano voci di una lettera di richiamo già pronta, a chi gli chiede se tema una procedura di infrazione risponde: “L’aspettiamo, ma è quella che l’Ue deve aprire contro chi ha detto di voler accogliere i migranti e non lo ha fatto”.
Per il premier è “la crescita, non l’austerity, la chiave per immaginare il futuro del nostro continente”. Sulla legge di bilancio, se la Commissione europea vuole “darci suggerimenti o segnalazioni, ascoltiamo”, ma “su cosa l’Ue ci può dire di no?”, si domanda il capo dell’esecutivo, “sui soldi per la scuola di Amatrice o sull’immigrazione?”, se è così “mi scrivano” e aprano una procedura di infrazione, sfida Renzi, dichiarando di aspettarsi piuttosto “la procedura di ringraziamento per essermi attivato sugli hotspot”.
In realtà, i rilievi di Bruxelles non sarebbero orientati tanto alle spese per il sisma o l’accoglienza, nel mirino solo per l’effettiva entità e non per le motivazioni. A destare preoccupazione è l’elevato rapporto deficit/Pil, fissato al 2,3%, il debito pubblico che raggiungerà il 132,6% del prodotto interno lordo, e soprattutto l’aumento del deficit strutturale all’1,6%, 0,4 punti in più di quanto indicato nella stessa nota di aggiornamento al Def di settembre. Di fatto l’ennesimo allontanamento dalla prospettiva del pareggio di bilancio previsto dal Fiscal compact. Infine, c’è la questione delle misure una tantum, come le sanatorie, l’asta sulle frequenze o il condono per chi dichiara capitali nascosti, che costituiscono circa la metà delle coperture previste.
La trattativa rimane aperta e molto dipenderà da come andrà il confronto tra il premier e il presidente della commissione europea, Jean Clude Juncker, che si ritaglieranno uno spazio a margine del vertice. Che la questione sia ancora tutta aperta lo conferma il ritardo con cui la legge il disegno di legge di bilancio verrà presentato al Parlamento. Con le nuove regole italiane, il governo avrebbe dovuto inviarlo oggi alla Camera dei deputati per l’avvio dell’esame, ma a quanto pare il testo arriverà invece lunedì prossimo, dopo che il confronto tra Renzi e Juncker avrà prodotto le eventuali limature necessarie a evitare lo scontro.
Tornando alla questione migranti – tema sul quale l’Italia insisterà anche in questo Vertice per una gestione condivisa e per far partire finalmente i migration compacts volti a “bloccare” il flusso in entrata dall’Africa – l’inquilino di Palazzo Chigi riconosce che “a ogni incontro i leader europei si congratulano” per come il nostro Paese gestisce i soccorsi in mare e l’accoglienza, ma “aprono solo le labbra, non le porte” per farsi carico di chi arriva in Europa, accusa. Si vedrà nelle prossime ore se questo atteggiamento aggressivo di Renzi produrrà gli effetti sperati.