Bruxelles – “Non possono dirci ‘questo trattato è perfetto, voi non capite niente, avete la scelta tra il sì e il sì”. In un’intervista pubblicata questa sera dal quotidiano Le Monde Paul Magnette, il presidente della Vallonia che sta bloccando la ratifica dell’Accordo commerciale Ue-Canada, il Ceta, spiega lungamente la posizione sua e del suo Parlamento regionale.
Sottolinea quanto poco l’Assemblea della Vallonia si stata tenuta in conto dalla Commissione europea: “Per sette anni il Ceta è statao discusso, è vero, ma abbiamo ricevuto la versione finale da meno di un anno. Io ho ho avvisato la Commissione su tutte le questioni che abbiamo sollevato il 2 ottobre 2015. La prima reazione l’ho ricevuta il 4 ottobre … 2016, ventitré giorni prima del vertice con il Canada”.
L’intervistatore entra poi nel merito, e chiede a Magnette di spiegare quali siano i suoi dubbi sull’accordo. “Ho visto lunedì un testo che ora include progressi sulla questione dei diritti umani, il principio di precauzione, clausole sociali e ambientali negli appalti pubblici, il divieto di importazione di carne bovina agli ormoni, la eccezione culturale, eccetera. Tuttavia, i chiarimenti sui servizi pubblici non sono abbastanza precise in termini di diritto. Questa ‘dichiarazione interpretativa’, spiega, in primo luogo, ciò che è nel Trattato e, dall’altro, introduce elementi a volte così precisi che sono de facto modifiche. La mia richiesta alla Commissione è che tutto questo sia contenuto in un testo incluso nel trattato e abbia valore legale completo. I sindacati canadesi e tedeschi hanno chiesto la stessa cosa.
Abbiamo inoltre sempre difficoltà con il meccanismo di arbitrato proposto, anche se il sistema è stato migliorato. Si parla di potenziali conflitti tra le multinazionali e gli Stati, così mi sembra molto importante garantire la piena natura pubblica del procedimento. Sia il Canada sia l’Europa hanno sistemi giudiziari di alta qualità, perché devono crearsi quindi meccanismi con meno garanzie giuridiche di ciò che esiste?”.