Roma – “Da maglia nera, l’Italia è ormai diventato Paese leader nell’azione di contrasto alle frodi” sui fondi Ue. La convinzione del sottosegretario agli Affari europei, Sandro Gozi, nasce dalla relazione annuale predisposta dal Colaf, il Comitato nazionale antifrode ai danni dell’Ue, che per il 2015 ha registrato un calo dei casi di frode del 20% rispetto al 2014. Numericamente si è passati da 280 a 224 casi, e in termini economici il risparmio è stato di 20 milioni di euro, che diventano 60 se si prende a riferimento il biennio 2014-2015. Il trend che vede una netta diminuzione delle truffe sui fondi comunitari sta proseguendo anche quest’anno. Nei primi nove mesi del 2016, infatti, si è registrato un ulteriore calo, e i casi finora individuati sono appena 77, il 34% rispetto al 2015.
A rendere il nostro Paese un modello per gli altri partner, secondo Gozi, il fatto che “l’Italia sarà il primo Paese Ue a dotarsi di una piattaforma informatica antifrode” per la condivisione di informazioni tra le varie amministrazioni, nazionali e regionali, in modo da rendere più efficace l’azione di contrasto.
Un tema, quello dello scambio informativo, che secondo l’esponente dell’esecutivo rappresenta un limite a livello europeo. L’esperienza del nucleo della Guadia di finanza che si occupa appunto di frodi sui fondi europei segnala che diverse indagini si fermano nel momento in cui si riscontra il coinvolgimento di cittadini di differenti Paesi membri, poiché l’attuale normativa non consente alle autorità di uno Stato membro di chiedere informazioni a quelle degli altri Paesi.
Per superare questo ostacolo, lo stesso Gozi ha annunciato: “Il 9 novembre prossimo, presenteremo al Parlamento europeo una proposta normativa che permetterà finalmente a tutte le Autorità amministrative dei vari Stati membri di poter richiedere dati utili alla risoluzione delle singole indagini”.