Bruxelles – Non è piaciuta affatto ad alcuni eurodeputati del Partito democratico contrari alla riforma costituzionale di Matteo Renzi, la presa di posizione del Partito socialista europeo, che pochi giorni fa ha adottato una dichiarazione a sostegno del “sì” al referendum del 4 dicembre. Così oggi gli ex democratici Sergio Cofferati e Elly Schlein, e i Dem Massimo Paolucci, Pier Antonio Panzeri, e Flavio Zanonato, tutti membri del gruppo socialista a Strasburgo, hanno preso carta e penna e scritto una lettera di protesta comune alla presidenza del Pse. Il partito, scrivono i 5 europarlamentari, ha “commesso un grave errore, di leggerezza e approssimazione, nel sostenere la riforma oggetto del referendum”. Una scelta, protestano i deputati , che “ci sorprende e ci preoccupa” per “la facilità e superficialità” con cui il Pse si è espresso su “un tema che è in realtà complesso e controverso”.
Cofferati e compagni non risparmiano critiche ad un Pse che di fronte alle grandi sfide di questi tempi “ha mostrato tutti i suoi limiti: debole, diviso, troppo spesso silenzioso ed incapace di far prevalere un respiro europeo ed una visione di prospettiva, ma strattonato o frenato dai singoli partiti nazionali”, accusano i cinque deputati, secondo cui sul referendum “il Pse ha ritrovato voce e compattezza” solo perché hanno prevalso “le sollecitazioni da parte dei partiti nazionali” rispetto al “profilo che un Partito Europeo dovrebbe avere”. L’invito dei cinque europarlamentari al Pse è quello di “approfondiate meglio le implicazioni e le conseguenze politiche che potrebbero determinarsi” con questa riforma costituzionale.
Nella vostra dichiarazione, protestano i cinque eurodeputati, “dite che tutte le forze progressiste del Paese dovrebbero contribuire a questo storico processo, ignorando o fingendo di ignorare che una larga parte del mondo progressista italiano e molti dei militanti che si rivedono nei valori del Pse si stanno opponendo ad una riforma che si ritiene possa produrre guasti alle fondamenta dell’architettura istituzionale italiana”. A scatenare i malumori anche il fatto che “il Pse prima di pronunciarsi non ha ritenuto di nessuna utilità un confronto tra le diverse opinioni in campo”. Inoltre, secondo i deputati, il Partito socialista europeo sottolinea la necessità di garantire stabilità ed efficienza del processo legislativo dimenticando di prendere in esame “quelle garanzie democratiche che questa riforma rischia di rendere più fragili”.