Bruxelles – Nella mattinata di oggi due esplosioni hanno interessato le due sedi principali l’azienda tedesca Basf, una delle più importanti aziende chimiche a livello mondiale. La prima esplosione si è verificata a Lampertheim verso le 8:30, la seconda verso le 11:30 nello stabilimento poco distante di Ludwigshafen (nei pressi di Mannheim, nella Germania sud-occidentale). Se nel primo caso la situazione non si è dimostrata particolarmente problematica (l’incidente, probabilmente causato da un filtro da sostituire, registra solo 4 feriti e non vi è rischio di nubi tossiche), a Ludwigshafen, dove le cause dell’evento sono ancora ignote, la situazione è più grave: una vittima, sei feriti gravi più altri lievi e sei dispersi costituiscono un primo bilancio dell’esplosione, oltre al possibile rischio della dispersione di fumi tossici nell’ambiente.
La Basf dichiara che al momento non è ancora possibile per gli esperti identificare la natura delle dispersioni e che dalle prime misurazioni effettuate nell’aria non sono state rilevate sostanze tossiche, tuttavia, per motivi di sicurezza, l’impianto di produzione centrale è stato fermato e le strutture dove avviene la separazione delle materie prime di origine petrolchimica sono state chiuse. L’incendio sviluppatosi in seguito all’esplosione è stato domato verso le 16:30. La popolazione residente a nord dello stabilimento (circa 21.000 persone, contando i residenti di Ludwigshafen, della vicina Mannheim e delle zone limitrofe interessate) è stata invitata a rimanere in casa con porte e finestre chiuse, mentre scuole e asili hanno ricevuto l’ordine di tenere studenti e bambini all’interno degli edifici: i residenti potrebbero incorrere in difficoltà respiratorie e irritazione agli occhi a causa dei cattivi odori e dei fumi fuoriusciti dallo stabilimento.