Bruxelles – Il sistema messo in piedi dall’Unione europea per aiutare i rifugiati siriani in Turchia, così come previsto dall’accordo tra Bruxelles e Ankara, “è pienamente operativo e sta aiutando i rifugiati”. Ad esserne convinto è il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker che, a sette mesi dall’accordo e in vista del Consiglio europeo di questa settimana, ha tracciato un bilancio di quanto messo in atto in una lettera inviata al presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, e alle ventotto capitali. Dei tre miliardi che l’Ue ha concordato di mettere a disposizione per i rifugiati in Turchia (uno proveniente dal bilancio Ue e due dagli Stati membri) fino ad ora, ha fatto i conti Juncker, sono stati stanziati finora 2,2 miliardi. Di quesi 1,2 miliardi sono già stati assegnati con contratti concreti di cui 467 milioni sono già stati versati ai partner che partecipano al progetto. Gli altri fondi saranno via via sborsati di pari passo con l’attuazione dei progetti. I finanziamenti, è sicuro il presidente della Commissione europea, “stanno facendo una differenza reale e tangibile nelle vite degli oltre tre milioni di rifugiati ospitati dalla Turchia”.
Per cosa sono stati utilizzati i fondi assegnati? “Nella primavera del 2016 la Commissione ha già impegnato 150 milioni per progetti a supporto dell’immediata assistenza sanitaria, educazione, cibo e protezione per i rifugiati , lavorando con una serie di organizzazioni internazionali partner”, ha ricordato Juncker. Poi, ”altri 74 milioni sono stati assegnati durante l’estate per la protezione, la salute e la preparazione dei mesi più freddi dell’anno”. Inoltre a settembre è stato lanciato il piano per fornire direttamente a un milione di rifugiati, tramite carte prepagate, denaro per provvedere alle proprie necessità primarie. Un programma dal valore di 348 milioni di euro che è anche il “più grande programma umanitario” mai messo in atto dall’Ue. La Commissione è molto attenta, ha assicurato Juncker, all’efficienza del programma. Per questo “almeno l’85% dei fondi dello schema sarà destinato ai rifugiati stessi mentre il rimanente servirà per mettere in piedi il sistema, gestire la selezione dei beneficiari e assicurare un adeguato monitoraggio”.
A settembre sono stati stipulati anche altri due grossi contratti per l’educazione e l’assistenza sanitaria, firmati dal commissario alle politiche di vicinato, Johannes Hahn: riguardano due contratti da 600 milioni in totale. Il primo, ha spiegato Juncker nella sua lettera, consentirà l’accesso all’istruzione a circa mezzo milione di bambini siriani. Il secondo servirà invece a permettere l’accesso di due milioni di persone all’assistenza sanitaria di base attraverso la creazione di oltre 500 punti di assistenza medica. Nei prossimi mesi, “la Commissione continuerà a lanciare altri progetti” ma già si può dire che le azioni messe in atto “hanno raggiunto velocemente la velocità di crociera e nelle ultime settimane hanno portato diversi passi avanti significativi”.