Bruxelles – Nei prossimi mesi l’Italia parteciperà con “140 uomini in Lettonia alla forza Nato a guida canadese” che sarà dispiegata nel Paese, “non per una politica di aggressione verso la Russia ma di rassicurazione e difesa dei nostri confini”. Così il ministro degli Affari esteri, Paolo Gentiloni, descrive il contributo italiano alle politiche di contenimento che l’Alleanza Atlantica sta mettendo in atto per fronteggiare l’atteggiamento aggressivo di Mosca. Si tratta di una decisione, ricorda il ministro degli Esteri che era già stata presa “nei mesi scorsi e annunciata dall’Italia a Varsavia”, al summit dei Paesi Nato di luglio. L’Italia, ha sottolineato Gentiloni dopo un incontro con il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, al Nato Defense College di Roma, “ha sempre dato il suo contributo ad un’impostazione di rafforzamento dei nostri assetti difensivi nei Paesi del nord e dell’est dell’Alleanza: abbiamo partecipato a missioni di air policing nel Baltico e parteciperemo nei prossimi mesi con 140 uomini in Lettonia”. Ma decisioni di questo tipo, tiene a sottolineare Gentiloni, “non influiscono minimamente con la linea di dialogo che l’Italia ha sempre proposto e che condivide con la Nato”.
Un impegno, quello italiano, riconosciuto anche dal segretario generale della Nato: “L’Italia è davvero uno dei membri chiave” dell’Alleanza, sottolinea Stoltenberg ricordando che il nostro Paese “ha fornito aerei da combattimento alla missione di Air policing nel Baltico, ha aumentato le difese aeree della Turchia con una batteria di missili e guiderà la forza di risposta rapida (la cosiddetta ‘punta di lancia’ nel 2018”. Contributo tanto più necessario viste le molte sfide attuali, tra cui “un comportamento sempre più assertivo e imprevedibile della Russia”, sottolinea Stoltenberg, ricordando che “nelle ultime settimane la Russia ha dispiegato sistemi di missili vicino ai confini dell’Alleanza che possono portare testate nucleari”. Un atteggiamento “di attività militari di larga scala ed esercitazioni vicine ai nostri confini” per cui “gli Alleati sono profondamente preoccupati”, ammette Stoltenberg, assicurando: “Continueremo a perseguire la nostra politica di forte difesa combinata con una politica di dialogo”.