Bruxelles – La città di Novi Sad in Serbia è stata scelta per essere Capitale della Cultura nel 2021 e avrà anche l’onore di essere la prima città di un Paese candidato a all’ingresso nell’Ue (quindi non ancora membro dell’Unione europea) a ospitare il titolo.
La Capitale europea per la cultura è un’iniziativa dell’Unione europea avviata nel 1985 su proposta di Melina Mercouri, allora ministra per la cultura greca: lo scopo è duplice e consiste, da un lato, nella salvaguardia e nella promozione delle diversità locali europee e, dall’altro, nell’evidenziare i tratti comuni, favorendo nelle città lo sviluppo a lungo termine della cultura.
La partecipazione alla selezione da parte delle città nei Paesi candidati all’ingresso nell’Ue (Albania, Bosnia Erzegovina, Repubblica Jugoslava di Macedonia, Montenegro e Serbia) è stata aperta nel dicembre 2014 dalla Commissione europea, che ha deciso di affidare la valutazione dei candidati a un gruppo di esperti indipendenti nel settore. Finora, tra le città provenienti da Paesi candidati a entrare nell’Ue, due città erano rientrate nelle preselezioni lo scorso anno (Herceg Novi, in Montenegro, e Novi Sad, in Serbia). Novi Sad, una volta ricevuta l’approvazione formale della Commissione europea, condividerà il titolo con Timisoara (Romania) e una città Greca che verrà scelta questo novembre fra le tre candidate Elefsina, Kalamata e Rodi.
Il commissario per la Cultura, Tibor Navracsics, si è detto molto felice di poter ospitare “la prima Capitale europea della cultura in un Paese candidato” e ha sottolineato l’importanza di aver aperto il progetto ai Paesi che “aspirano al pieno titolo di Stato membro”, poiché costituisce “un modo per avvicinarli all’Unione e rafforzare i legami culturali con l’Ue”. Navracsics si è, infine, congratulato con la città di Novi Sad, esprimendo la sua fiducia nel fatto che “darà ai visitatori europei e del resto del mondo l’opportunità di scoprire la città e il suo patrimonio culturale, ma anche di apprezzare le diversità in Europa, così come i suoi valori condivisi”. Secondo il commissario, il titolo porterà a Novi Sad “significativi benefici culturali a lungo termine, così come benefici economici e sociali”.