Bruxelles – È possibile drogarsi per disintossicarsi? Secondo alcune associazioni e Paesi che promuovono l’apertura delle “stanze del buco”, sì. Con l’apertura ufficiale della prima stanza del consumo controllato di droga, vicino all’ospedale Lariboisière, nel nord di Parigi, anche la Francia entra a far parte dei Paesi, come Germania, Australia, Canada, Spagna, Danimarca, Lussemburgo, Norvegia, Olanda e Svizzera, che vedono nella cosiddetta “stanza del buco” un utile strumento nella lotta ai problemi legati al consumo di droga. Il centro francese, ora in fase di sperimentazione per sei mesi, resterà aperto dalle 13.30 alle 20.30 tutti i giorni con personale specializzato tra medici, infermieri e assistenti sociali che saranno al fianco di persone che consumano sostanze stupefacenti nel centro.
Da anni numerose associazioni in Europa si battono per aprire questi spazi in cui la tossicodipendenza non sia più trattata come un tabù, ma come un problema da risolvere. Dalla Grecia all’Olanda arrivando fino all’Italia, in molti chiedono che vengano aperte le cosiddette “stanze per il consumo” (Dcrs), un ambiente igienico per i tossicodipendenti in cui assumere droga, usando strumenti sterili, sotto la supervisione di personale professionale.
Nel 2015 l’organizzazione non governativa sulle libertà civili Elp, European Liberties Platform, in collaborazione con Support. Don’t Punish, ha lanciato una petizione “Room for Change” in otto città europee – Atene, Belgrado, Bratislava, Bucarest, Budapest, Porto, Sofia e Varsavia – per formare e mobilitare l’opinione pubblica a sostenere alternative innovative, come le stanze per il consumo di droga, al posto di politiche punitive. In tutte le 8 città molte persone consumano sostanze stupefacenti per strada e hanno problemi correlati all’uso di droghe per via iniettiva: infezioni da HIV ed epatite, morti per overdose, rifiuti generati dall’uso di droga, disturbo alla quiete pubblica.
“Se creiamo stanze in cui i tossicodipendenti possono assumere droghe con strumenti sterili e in un ambiente supervisionato, riduciamo il rischio di overdose e infezioni e anche i problemi legati al disturbo della quiete e all’abbandono di rifiuti”, si legge nella petizione. Esistono città in Europa come Zurigo, Vancouver e Copenaghen, in cui le stanze per il consumo esistono e invece che essere percepite come luoghi in cui si consuma semplicemente droga, funzionano come primo punto di accesso al sistema trattamentale e di recupero delle persone tossicodipendenti. Secondo l’organizzazione internazionale che si occupa di stanze del consumo, International Network of Drug Consumption Rooms, in Olanda nel 2014 c’erano 30 luoghi di questo genere che offrivano i loro servizi in 26 diverse municipalità e i risultati di queste politiche dopo pochi anni sono evidenti.
L’organizzazione internazionale ha riscontrato: “Una riduzione significativa dei problemi di ordine pubblico, legati all’uso di droghe, il verificarsi del passaggio dall’assumere droghe per iniezione al fumarle, la drastica riduzione dello scambio delle siringhe e i relativi problemi di infezione”. Inoltre, aggiunge l’organizzazione, “solo il 10% di coloro che frequentano queste stanze consumano droga per iniezione e il numero delle persone malate di Hiv e Epatite C si è ridotto notevolmente”.