Bruxelles – Si sono schierati al fianco dei produttori europei di pannelli e moduli fotovoltaici. Sono 150 installatori che vogliono difendere la produzione europea contro le importazioni sleali di materiale fotovoltaico cinese. Eu ProSun, l’associazione che riunisce le maggiori aziende che si occupano di solare in Europa, ha presentato alla Commissione europea una lista di 150 installatori che sono d’accordo con l’estensione delle misure anti-dumping contro le importazioni cinesi di pannelli e moduli fotovoltaici cinesi.
“Come installatori sappiamo quanto siano importanti per i nostri clienti la qualità e l’affidabilità”, ha dichiarato Johan Beijert dell’azienda olandese Zon & Co. “Avendo a cuore che il mercato di pannelli solari sia sostenibile, gli effetti di distorsione del mercato prodotti dal dumping e dai sussidi devono finire”.
Inoltre, un comitato interno dell’azienda tedesca SolarWorld AG ha fatto presente che anche alcuni partners commerciali, che rappresentano 800 installatori tedeschi indipendenti, si sono rivolti alla Commissione europea. “Il dumping non aiuta nessuno. I guadagni ottenuti in poco tempo si vedono nel tempo nella riduzione della varietà dell’offerta e nelle incertezze che creano nei clienti”, scrive in una lettera il comitato che lavora con una rete di 1300 installatori, la più grande nel suo genere di tutta l’Unione europea.
Secondo la ProSun in Europa non c’è bisogno di costi bassi per avere un mercato del solare più fiorente. “Da luglio, i prezzi dei moduli solari sono scesi del 20%, ma questo non ha portato a nessuna crescita del mercato europeo. La ragione per cui si fanno meno investimenti nel solare non è legata ai prezzi, ma a un sistema di regole incerto”, spiega il presidente di ProSun Milan Nitzschke, aggiungendo che “un numero sempre maggiore di Stati membri non solo sta togliendo gli incentivi per le nuove installazioni, ma sta iniziando a mettere tasse sull’energia solare”.